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Disuguaglianze di genere nel settore tecnologico

Università di Milano-Bicocca in collaborazione con Women&Tech® ETS , con una nuova indagine mostrano la realtà dei fatti.

Un Ingegnere donna dietro a schermi di computer
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26 Aprile 2024 - 20.50


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In un mondo sempre più guidato dall’innovazione tecnologica, la parità di genere nel settore STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) rimane un tema scottante. Nonostante i passi avanti compiuti negli ultimi decenni per incrementare la presenza femminile in questi campi, le disuguaglianze persistono, influenzando non solo le opportunità di carriera, ma anche le condizioni lavorative delle donne.

Un’indagine recente condotta dall’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con Women&Tech® ETS ha gettato luce sul permanere di alcune disparità, evidenziando come le professioniste nel settore tecnologico siano ancora vittime di una significativa diseguaglianza salariale e di carriera rispetto ai loro colleghi maschi.

Il quadro che emerge ha una complessa lettura: le donne sono altamente qualificate e dedite al loro lavoro, spesso estendendo le loro giornate lavorative oltre il normale orario di ufficio per competere a pari livello con i colleghi uomini; malgrado ciò, la loro dedizione sembra non tradursi in un equivalente riconoscimento professionale o economico. L’indagine, realizzata attraverso un questionario online tra novembre e dicembre 2023, ha coinvolto quasi 200 professioniste di aziende associate a Women&Tech® ETS, la maggior parte delle quali operanti in ambiti ad alta intensità lavorativa come il settore tech, software e internet.

Le intervistate, di età compresa tra i 30 e i 45 anni e per il 62% laureate, hanno espresso chiare preoccupazioni riguardo alle loro carriere. Un dato allarmante è che più del 70% delle partecipanti ha rilevato di percepire un trattamento salariale diverso rispetto ai colleghi uomini, con un marcato divario non solo in termini di salario, ma anche di opportunità di avanzamento professionale. Il 51,4% delle donne ha inoltre dichiarato di incontrare frequentemente ostacoli maggiori rispetto ai maschi nel guadagnarsi credibilità e riconoscimento nel proprio ambito lavorativo.

Nonostante queste difficoltà, il 37% delle donne intervistate ha riportato una progressione di carriera negli ultimi cinque anni, ma quasi il 20% ha sottolineato come il proprio genere abbia avuto un impatto negativo su questa progressione. Questa percezione è particolarmente evidente tra le madri che rappresentano una porzione significativa del campione; infatti, circa il 53% delle intervistate ha figli e il 20% di esse è genitore single, con molte di loro che lavorano a tempo pieno con grandi problemi di gestione logistica casa-lavoro.

Dal punto di vista dell’onere lavorativo, quasi il 40% delle partecipanti ha dichiarato di lavorare mediamente 9 ore e 50 minuti al giorno, spesso aggiungendo a queste già lunghe giornate ulteriori straordinari e trasferte. La soddisfazione lavorativa, nonostante le sfide, mostra segni di resilienza: il 41,8% delle intervistate si dichiara abbastanza soddisfatta del proprio lavoro, mentre solo il 12% è molto soddisfatta e il 29% si ritiene soddisfatta.

Questi dati sollevano questioni su come le politiche aziendali e le pratiche di gestione possano essere migliorate per favorire un ambiente di lavoro più equo e inclusivo, soprattutto per le donne nel settore tecnologico. È chiaro che rimane molto da fare per garantire che le donne non solo entrino, ma anche prosperino nel settore tecnologico, pur essendo state già proposte soluzioni che potrebbero includere l’attivazione di politiche di parità salariale, programmi di tutoraggio mirati, con maggiori opportunità di formazione e avanzamento per le donne.

Durante l’evento “Donne e STE(A)M. Tra passato e futuro”, notevoli figure hanno partecipato e discusso delle tematiche legate alla disuguaglianza di genere nel settore tecnologico. Tra queste, Alessia Cappello, Assessora allo sviluppo economico e alle politiche del lavoro del Comune di Milano, e Maria Grazia Riva, Pro-Rettrice all’Orientamento, alle Politiche di genere e Pari opportunità, le quali hanno sottolineato come interventi mirati ad aumentare la presenza femminile nei corsi di laurea scientifici e tecnologici e nei ruoli di vertice aziendale possano essere fondamentali per modificare la percezione della donna in questo settore specifico.

L’evento ha anche messo in risalto la continua necessità di combattere gli stereotipi di genere che influenzano le scelte formative e professionali. La discussione ha rivelato che, nonostante alcuni progressi, le donne sono ancora sottorappresentate nei settori scientifici e tecnologici, particolarmente nei ruoli di leadership.

Silvia Penati, professore di Fisica e componente del Comitato Pari Opportunità, ha evidenziato come il persistente divario di genere nel settore STEM possa essere affrontato solo attraverso un approccio collaborativo che includa aziende, istituzioni educative e associazioni attraverso politiche attive di sostegno alla carriera e iniziative che incoraggino le donne a perseguire e avanzare in carriere tecnologiche.

Durante l’evento è stata discussa l’importanza dell’integrazione delle tecnologie nella vita quotidiana e come queste possano essere strumentali nel promuovere la conciliazione tra vita lavorativa e familiare. Gianna Martinengo ha ribadito che le tecnologie offrono grandi opportunità per le donne, ma ha anche evidenziato la necessità di un cambiamento culturale che riconosca e valorizzi pienamente il contributo femminile nel campo tecnologico e con queste includendo la promozione di politiche di flessibilità lavorativa, la creazione di reti di supporto tra donne nei settori tecnologici, e l’incoraggiamento di più ragazze e donne a intraprendere e proseguire studi in discipline STEM, attraverso borse di studio e programmi di orientamento mirati.

Si segnala un interessante link al Global Gender Gap Report 2023.

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