di Lorenzo Lazzeri
Una scoperta archeologica senza precedenti a York, l’antica Eboracum romana, getta nuova luce sugli spettacoli che infiammavano l’Impero. Per la prima volta in Europa è emersa l’inequivocabile prova di un combattimento tra un uomo, quasi certamente un gladiatore, e un leone. Un profondo foro rinvenuto su un osso di un’anca maschile corrisponde perfettamente al morso di un grande felino, con ottima probabilità un leone. La traccia, impressa nell’osso di un uomo vissuto nel III secolo d.C., proviene da un cimitero che gli archeologi ritengono fosse destinato proprio ai combattenti dell’arena.
Sebbene mosaici, affreschi e testi antichi descrivano spesso le venationes, le cacce e i combattimenti con animali feroci, mancava finora una conferma di simili scontri al di fuori dell’Italia. Il ritrovamento a York, una città importante, ma pur sempre periferica rispetto a Roma, sfida l’idea che questi spettacoli fossero un’esclusiva dei grandi centri e dimostrando la profonda penetrazione della cultura dell’intrattenimento romana anche nella lontana Britannia.
L’osso in questione apparteneva a un uomo robusto, morto tra i 26 e i 35 anni. Utilizzando sofisticate tecniche di scansione 3D i ricercatori hanno creato un modello digitale ad altissima risoluzione della lesione, permettendo misurazioni precise e un confronto dettagliato. Comparando il segno con le impronte lasciate dai morsi di leoni, tigri e altri grandi felini su materiale osseo in esperimenti controllati, è emersa una corrispondenza schiacciante con il morso di un leone. La posizione sul bacino, tuttavia, lascia aperta l’ipotesi che il morso sia stato inferto quando l’uomo era già a terra o addirittura dopo la morte.
Lo scheletro, noto agli studiosi come 6DT19, proviene dal cimitero di Driffield Terrace, un’area sepolcrale densamente utilizzata appena fuori dal centro della York romana. Il sito, utilizzato all’incirca dall’inizio del II fino alla fine del IV secolo d.C., ha restituito oltre 80 scheletri, la maggior parte dei quali appartiene a giovani uomini dalla corporatura possente. Molti di questi presentano segni di traumi violenti e ferite guarite, un profilo che corrisponde a quello dei gladiatori. La sepoltura dell’uomo morso dal leone è databile alla prima metà o alla fine del III secolo d.C.La scoperta ha implicazioni enormi e solleva anche affascinanti interrogativi sulla logistica: trasportare un leone vivo dall’Africa o dal Medio Oriente fino a York, infatti, richiedeva organizzazione e investimenti notevoli. Il ritrovamento rafforza inoltre l’ipotesi, finora non confermata da scavi, che la città possedesse un anfiteatro.
L’identità gladiatoria degli individui di Driffield Terrace è supportata anche da ulteriori indizi, visto che oltre ai traumi molti scheletri mostrano segni di attività fisica intensa. L’analisi dello smalto dentale rivela origini geografiche diverse, coerenti con la composizione multietnica delle scuole gladiatorie. Lo stesso individuo morso dal leone presentava problemi alla colonna vertebrale e tracce di carenze nutrizionali in giovane età, poi superate. Anche alcuni insoliti riti funerari, come la presenza di ossa di cavallo nelle tombe (inclusa quella di 6DT19), potrebbero essere specifici di questo gruppo. L’uomo attaccato dal felino potrebbe essere stato un Bestiarius, un gladiatore specializzato proprio nel combattimento contro le bestie feroci.
L’importante studio, pubblicato sulla rivista scientifica PLOS One, è il risultato di una collaborazione internazionale tra diverse istituzioni accademiche. Hanno partecipato esperti della Maynooth University (Irlanda), dell’Università di York, del King’s College London, della Cranfield University e della Durham University (tutte nel Regno Unito), lavorando a stretto contatto con archeologi locali.