Come sapete, lo storico Carlo Ginzburg e Wu Ming 4 del collettivo di scrittori Wu Ming rinunciano ad andare al Salone del Libro di Torino perché la manifestazione accoglie uno stand di Altoforte, casa editrice il cui titolare è dichiarato aderente all’estrema destra di Casa Pound, ovvero una formazione che richiama Mussolini e la dittatura e quindi ha una storia politica contraria a ogni forma di democrazia. Rinunciano a partecipare anche Zerocalcare e la presidente dell’Anpi Carla Nespolo.
Quali libri non verranno quindi presentati nell’appuntamento più affollato e più desiderato per chi scrive? Qui prendiamo Ginzburg. Nondimanco. Machiavelli, Pascal (Adelphi, 2018, alla seconda edizione, pp. 242 , € 18,00): è una raccolta di nove saggi, in parte riveduti, fra cui tre inediti, del professore emerito alla Scuola Normale di Pisa (l’altro è J.R.R. Tolkien Il Fabbro di Oxford, Eterea, 196 pp., € 17,00, di Wu Ming 4).
Tra Machiavelli e Pascal
Il libro percorre strade decisamente poco battute come accade spesso, se non sempre, con uno degli studiosi più originali e meno etichettabili, capace di guardare a dettagli della vita quotidiana e della storia e di intrecciarli in traiettorie illuminanti. Stavolta lo studioso parte dall’autore del Principe che nella biblioteca del padre scopre la casistica medioevale, «ossia la tradizione, all’incrocio tra teologia e diritto, che riflette sulla tensione tra norma e anomalia», riferisce Adelphi nella sua scheda editoriale online, e «mette il rapporto tra la norma e l’eccezione al centro di un mondo inventato (la Mandragola, la commedia ndr) e di quello in cui vive e agisce (Il Principe)». Viceversa, Pascal avversa la casistica e «legge Machiavelli attraverso la lente di Galileo, e la realtà del potere attraverso Machiavelli».
Sul sito minimaetmoralia Matteo Moca riprende quanto scrive Ginzburg nell’introduzione: «Nondimanco comincia sostenendo che Machiavelli imparò dalla casistica medievale a riflettere sulla norma e sull’eccezione, e finisce analizzando la feroce polemica di Pascal contro la casistica. Che cosa consente di pensare insieme Machiavelli e Pascal? La risposta è: la teologia politica». Appunta allora il recensore: «La parola “nondimanco”, che ritorna con una certa frequenza e regolarità nel Principe di Machiavelli quando lo scrittore indaga il confine tra il buon governo e le reali necessità dello stato, sta a segnalare una tensione che è poi ciò che muove tutto questo libro, cioè quella che si accende tra la norma, ovvero le regole che guidano l’agire, e l’eccezione, la realtà di fatto, confronto che nella lettura di Ginzburg viene filtrato attraverso la casistica medievale, che Machiavelli scoprì attraverso alcuni testi della biblioteca del padre».
Conclude il libro “Leggere tra le righe. Noterella su Il Gattopardo”, in appendice. Una noterella sulla citatissima frase di Tomasi di Lampedusa nel romanzo Il Gattopardo «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi» per la quale si sarebbe ispirato ai Discorsi di Machiavelli. Che però avrebbe un significato radicalmente diverso da quello che gli viene comunemente attribuito.
Quanto a un’altra recensione sul libro, Davide D’Alessandro sul Foglio ne è entusiasta: Ginzburg dimostra che Pascal, «lontano sia da Machiavelli sia da Galileo, si era nutrito dei loro pensieri; non sarebbe diventato interamente se stesso senza di loro». Infine D’Alessandro giudica questa raccolta di saggi «un atto centrato, una lezione di autentica bravura (…) Nondimanco, se è vero che, come diceva Lampedusa, “chiunque voglia chiamarsi un uomo e non un animale a due gambe deve aver letto i Pensieri di Pascal”, è leggendo questi libri, sui riferimenti classici intramontabili, Machiavelli e Pascal, che si può tentare di chiamarsi uomo, tenendo a debita distanza l’animale a due gambe».
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