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Etf Crypto: Trump e famiglia investono nelle criptovalute tra luci e (tante) ombre

L’analisi di come un Fondo Negoziato virtuale in Borsa diviene ben altro: tra veleni finanziari, conflitti d'interessi, truffe e speculazioni nell'era crypto di Trump.

Etf Crypto: Trump e famiglia investono nelle criptovalute tra luci e (tante) ombre
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24 Luglio 2025 - 19.18


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di Lorenzo Lazzeri

L’amministrazione Trump, a partire dal febbraio 2025, ha manifestato la chiara intenzione di elevare la leadership americana agli asset digitali. Ciò si è concretizzato in azioni esecutive mirate e nella promulgazione di leggi come il GENIUS Act, fondamentale per la regolamentazione delle stablecoin, un tipo di criptovaluta progettata per mantenere un valore stabile attraverso meccanismi di ancoraggio. Un esame più attento di questa apparente spinta progressista provoca tuttavia non pochi nervosismi. Le preoccupazioni nascono dai diretti benefici economici per la famiglia Trump, dalla possibilità di frodi legate a nuove forme di investimento e da una complessa crisi etico-morale che coinvolge la sfera pubblica e quella privata.

La transizione di Donald Trump alle criptovalute ha aperto, per la sua famiglia, una via senza precedenti all’accumulo di ingente ricchezza personale; questi hanno infatti incassato circa 500 milioni di dollari da World Liberty Financial (WLF), una piattaforma operante nel settore degli asset digitali. Reuters ha indicato che nel mese di luglio i Trump percepiranno tre quarti dei proventi derivanti dai token generati da WLF tramite la società DT Marks DeFi LLC (un token è una rappresentazione digitale di un asset, in questo caso la USD1 stablecoin).

Tra gli investitori di rilievo di WLF figura Aqua 1 Foundation, un’entità con sede negli Emirati Arabi Uniti che a fine giugno 2025 ha acquistato token cripto per 100 milioni di dollari. Inoltre la MGX, una società di investimento guidata da Tahnoun bin Zayed Al Nahyan e sostenuta dallo stato di Abu Dhabi, ha effettuato un investimento di 2 miliardi di dollari in un accordo commerciale cripto che potrebbe dare un forte impulso a WLF. Ciò comporta rilevanti interrogativi sulle speculazioni che gli analisti stanno ipotizzando nascano attorno al token $WLFI, del quale viene prevista una prima impennata con un crollo importante entro la fine dell’anno.

L’evidente sincronia tra l’agenda politica e i guadagni esorbitanti crea uno scenario in cui le decisioni normative, pensate per favorire l’industria cripto nel suo complesso, finiscano per accrescere il valore delle partecipazioni detenute dalla famiglia del Presidente. Situazione che suggerirebbe un potenziale traffico di influenze, dove gli interessi privati potrebbero guidare, o quantomeno intersecarsi con, le politiche pubbliche.

Il caso delle memecoin, in particolare lo $TRUMP, disegna la sottile linea che separa l’innovazione dal rischio di frode perché tale criptovaluta speculativa, promossa attivamente dal Presidente stesso, ha visto la sua capitalizzazione di mercato superare i 10 miliardi di dollari. Tutto ciò senza contare l’offerta di cene private e tour VIP della Casa Bianca ai maggiori detentori della moneta, con una commistione inaccettabile tra la carica pubblica e il guadagno finanziario. Di conseguenza, alcuni analisti hanno sollevato il timore di star assistendo a una corruzione di gravità inusuale e senza precedenti.

Per le persone che investono in asset così volatili e legati a personaggi pubblici i rischi sono considerevoli. Le memecoin, per la loro natura intrinsecamente speculativa, vedono il valore fluttuare con estrema rapidità. Questo avviene perché né il loro prezzo non è sostenuto da un sottostante reale e né possiedono una chiara finalità d’uso che ne giustifichi il valore intrinseco. Di conseguenza la loro quotazione è guidata quasi esclusivamente dalle emozioni e dalle dinamiche speculative del momento. Gli investitori, pertanto, rischiano di subire perdite ingenti se il valore della moneta crolla, come accaduto per $TRUMP dopo i picchi iniziali.

Occorre anche sottolineare che le informazioni privilegiate o le azioni di figure influenti possono influenzare drasticamente il prezzo, come abbiamo visto con Elon Musk, creando un terreno fertile per manipolazioni di mercato e mettendo in svantaggio gli investitori comuni. La mancanza di una regolamentazione, come per i mercati azionari, e l’assenza di tutele per gli investitori aumentano la loro vulnerabilità.

Sotto il profilo etico e morale il quadro è profondamente preoccupante e pone una questione di integrità. Se un Presidente può trarre profitto diretto da iniziative che lui stesso promuove mentre ricopre la più alta carica del paese, si va a stabilire un pericoloso precedente erodendo la fiducia nelle istituzioni democratiche e normalizzando una condotta in cui gli interessi personali prevaricano il servizio pubblico. La vera motivazione dietro le politiche pro-cripto è pertanto ambigua, lasciando spazio al sospetto che l’agenda nazionale possa essere influenzata dal tornaconto privato.

Nonostante queste preoccupazioni, il panorama futuro degli asset digitali sotto l’influenza di Trump si presenta complesso. Un dato recente, dell’8 luglio 2025, indica che Trump Media & Technology Group (DJT) ha depositato una richiesta per creare il Truth Social Crypto Blue Chip ETF. Trattasi di un fondo negoziato in borsa che sarebbe composto per il 70% da Bitcoin, per il 15% da Ether, per l’8% da Solana, per il 5% da Cronos e per il 2% da XRP. Se approvata potrebbe avere risvolti di non poco conto. Da un lato validerebbe ulteriormente l’adozione delle criptovalute nel sistema finanziario tradizionale, aprendo nuove opportunità di investimento per un pubblico più ampio attraverso un veicolo regolamentato. Dall’altro amplificherebbe ulteriormente il coinvolgimento della famiglia Trump nel settore intensificando le questioni relative ai conflitti di interesse, poiché le politiche dell’amministrazione potrebbero indirettamente beneficiare gli investimenti della stessa famiglia attraverso il successo di questi ETF.

“Il disprezzo di Donald Trump per le responsabilità etiche mina la presidenza e solleva forti preoccupazioni sulla corruzione” ha affermato Nick Penniman, fondatore e CEO di Issue One (un’organizzazione apartitica e no-profit statunitense). “È chiaro che la seconda amministrazione Trump è una ‘polveriera di scandali’ tra corruzione, traffico di influenze e speculazione sul servizio pubblico.” Penniman, con una carriera nel giornalismo investigativo e nell’attivismo civico focalizzata sulla corruzione e sulla responsabilità pubblica, sottolinea in un suo articolo come il popolo americano finisca per pagare il prezzo dell’arricchimento personale di Trump e della vendita di accesso e influenza al miglior offerente.

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