Stasera c’è stata la prima de “Il Berretto a sonagli “di Luigi Pirandello per la regia di Gabriele Lavia. A poche ore dal debutto al Teatro Quirino di Roma, storico teatro romano, uno dei templi della prosa italiana incontro Federica Di Martino, attrice poliedrica, protagonista della pièce e compagna di palcoscenico e di vita del Maestro Gabriele Lavia.
Il fuoco sacro della recitazione è il suo compagno fedele dall’età di 15 anni quando nel suo Abruzzo si scopre animata da grande passione per il palcoscenico.
L’approdo a Roma all’Accademia da giovanissima, e senza non poca commozione ricorda che nel 1993 il brano che portò per l’ammissione fu proprio “Il monologo della figliastra”, tratto da “Sei personaggi in cerca di autore” proprio di quel Pirandello che da sempre la accompagna nella sua vita. Una carriera che racconta con quel timbro suadente e così melodioso che incanta, a 23 anni scritturata da Patroni Grifi per quei “Sei personaggi in cerca di autore” in cui si ritrova per il fato e la casualità protagonista a solo un giorno dal debutto. Un porta fortuna l’autore siciliano, come ama definirlo: il “suo prediletto”.
Cita con entusiasmo “I giganti della montagna” di Giorgio Strehler che ha visto come spettatrice e che anni dopo interpreterà insieme e con la regia del Maestro Lavia. E così sorge spontanea la domanda su Federica, Gabriele e Pirandello, una grande sinergia tra i tre, amori diversi, passioni diverse, non divisive ma anzi un triangolo unito da emozioni, studio e interpretazioni, tre anime che riescono a fondersi ed a creare magia. Federica precisa che il binomio Pirandello – Lavia è perfetto: “Gabriele con la sua sensibilità nel leggere e interpretare il grande autore siciliano mi ha aperto un mondo, la sua analisi dei testi rivela un Pirandello straordinario”. E qui che continuiamo a parlare di cosa significa essere attrice, per la Di Martino, senza dubbio alcuno, è amare follemente il suo lavoro e restituire al pubblico e all’umanità.
“Stasera sarà bellissimo tornare a teatro a Roma sperando che la paura della pandemia abbandoni in maniera graduale le nostre vite, ritrovarsi con un pubblico che rientra nei teatri, che ritorna nonostante ciò che ci angustia nel luogo sacro dell’arte più antica” – e Federica Di Martino prosegue – “ Il teatro è l’arte aggregativa per eccellenza, è il luogo dell’essere, in cui si interagisce, persino nella martoriata Ucraina ci si rifugia nel recitare e attraverso il teatro si prova a vivere momenti di pace”.
Chi interpreta Federica in questa opera pirandelliana? È lei Beatrice! “Beatrice accecata dalla gelosia, obnubilata dal sentimento e con un forte desiderio di vendetta. È una donna moderna come lo è Pirandello, un autore sempre attuale. Una figura femminile che esiste in quanto moglie di qualcuno, che non dovrebbe per i ben pensanti lamentarsi ma accontentarsi di ciò che la vita le offre a caro prezzo. A questo gioco Beatrice non ci sta, non crede al mondo delle “apparenze da mantenere” e preferisce la nuda e dolorosa verità. La finzione, e il famoso concetto di “quello che dice la gente” così l’attricedescrive ciò a cui il suo personaggio dovrebbe credere per non essere additata come una pazza.
“La protagonista grazie ad una regia attenta manifesta la sua volontà di liberarsi, mentre la gente che giudica e la osserva pensa che si sia rovinata…”. La verità diventa pazzia così scrive Pirandello e così stasera reciterà Federica Di Martino nel secondo atto:” Non ci vuole niente, sa, signora mia, non s’allarmi! Niente ci vuole a far la pazza, creda a me! Gliel’insegno io come si fa. Basta che Lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!