di Marcello Cecconi
Siamo ormai alla chiusura della prima settimana di un Festival, quello che è in svolgimento a Venezia che ha come madrina Serena Rossi e che ha tutta la voglia di far rumore dopo il silenzio della pandemia. Fin dall’apertura con un Roberto Benigni che, di fronte al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ricevuto il premio a una carriera straordinaria. L’artista toscano ha “spezzato” le ali del Leone di San Marco, appena nelle sue mani, per farle “indossare” a Nicoletta Braschi, moglie, compagna, collega e musa ispiratrice dell’ex ragazzo di Vergaio con la quale ha spiccato il definitivo e consacrato volo artistico. Il Roberto nazionalpopolare l’ha inondata di parole d’amore facendo apparire la loro storia come la versione pudica di quella più pruriginosa di fine Ottocento fra Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio.
La dedica di Roberto Benigni alla moglie Nicoletta Braschi
Il Festival del Lido sta producendo, com’era prevedibile, un forte rumore mediatico ma non solo. Le immagini degli special televisivi ci mostrano folle vocianti che tornano a cercar di sfiorare i propri beniamini, per troppo tempo goduti solo sulle numerose piattaforme con l’aiuto dell’assistente vocale. Ora, che è possibile, i fans possono invece “selfare” nei dintorni del “red-carpet” veneziano. Il messaggio che sale da questa edizione del Festival del Cinema è alzate i sederini da quell’ormai logoro divanetto del salotto, controllate se è ancora leggibile il vostro green pass sul cellulare, e correte al grande schermo per godervi una nuova stagione di pellicole di valore.
L’inaugurazione è toccata a Pedro Almodovar con il suo Madres parallelas . Il regista spagnolo è tornato al Festival di Venezia che lo rese star internazionale con l’ormai memorabile pellicola Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Un’accoglienza calorosa per questo nuovo film che vede la partecipazione di Penelope Cruz, Milena Smit, Israel Elejalde, Aitana Sánchez-Gijón, Julieta Serrano, Rossy De Palma. È la storia di due donne completamente diverse e che hanno in comune una sola cosa: stanno per partorire. Si incontrano, si conosceranno mentre camminano avanti e indietro nella corsia dell’ospedale e non si lasceranno più.
Il trailer del film di Almodovar
Il primo “italiano” in concorso e stato il film, molto atteso, di Paolo Sorrentino, È stata la mano di Dio. Per la prima volta ha voluto partecipare alla gara e lo ha fatto con attori da lui molto conosciuti, come Toni Servillo, Filippo Scotti, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert, Luisa Ranieri, Renato Carpenti, Massimiliano Gallo. Un film (quasi autobiografico) del regista napoletano: la storia si dipana a Napoli, a metà degli anni ’80, con Fabietto che cresce, mentre Maradona è il re della squadra e della città. Una narrazione che si sviluppa tra famiglia, amici, sogni e una tragedia che lo porterà a crescere rapidamente. Il regista de Il divo e de La grande bellezza ha firmato un altro ottimo film, con cui è tornato a girare a Napoli a circa vent’anni di distanza dal suo esordio L’uomo in più. Il film è stato accolto dl pubblico in sala con entusiasmo. La critica invece, al solito, si è divisa sull’opera di un regista amato ma anche molto criticato.
Il trailer del film di Sorrentino
Giovedì, lo stesso giorno di Sorrentino, c’è stata anche la proiezione di ulteriori due film. Il primo è The Power Of The Dog di Jane Campion, la regista di Lezioni di piano che torna al cinema dopo una pausa di 12 anni. La pellicola vede la partecipazione di Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst, Jesse Plemons, Kodi Smit-McPhee e la storia si sviluppa negli Anni Venti americani con una donna che irrompe nella vita di due fratelli rompendo gli equilibri. Il secondo è The Card Counter di Paul Schrader, con Oscar Isaac, Tiffany Haddish, Tye Sheridan, Willem Dafoe. Un ex carceriere di Abu Ghraib, dopo 8 anni di prigione per violazione dei diritti umani, proprio come a Guantanamo, si guadagna da vivere e rifarsi un destino passando da casinò a casinò. I fantasmi del passato ritornano avvolgendo lui e chi incontra. Il regista di American Gigolò rilegge la storia americana contemporanea.
Ieri, venerdì, è stata la volta dell’atteso Spencer di Pablo Larrain, con Kristen Stewart. È la storia del weekend natalizio in cui Lady Diana decise di dare una svolta alla propria vita creando scompiglio nella Casa Reale. Il cileno Larrain torna al Lido, con un altro ritratto femminile, dopo quello di Jackie Kennedy. Tratto dal romanzo di Elena Ferrante era attesissimo era anche The Lost Daughter della debuttante alla regia Maggie Gyllenhaal, con Olivia Colman, Dakota Johnson, Ed Harris, Peter Sarsgaard, Alba Rohrwacher. Una prof universitaria va in vacanza al mare e una giovane donna le sconvolgerà la vita. Sempre ieri, fuori concorso, il red-carpet è stato acceso dallo stellare cast di Dune, il nuovo film di Denis Villeneuve, con i giovanissimi Timothée Chalamet e Zendaya sotto i riflettori.
Spencer, il film di Pablo Larrain
Oggi, sabato, è in programma il secondo e il più indipendente dei film italiani in concorso, Il Buco di Michelangelo Frammartino. Siano in Calabria nel 1961 e un gruppo di giovani speleologi torinesi, si avventura nella grotta più profonda d’Europa e…un pastore di pecore è l’unico testimone della loro discese. Il film è muto con colonna sonora il belare degli animali e altre voci della Natura. In programma anche Competencia Oficial di Gastón Duprat e Mariano Cohn, con Penelope Cruz, Antonio Banderas, Oscar Martínez. Un milionario decide di produrre il film che vincerà tutti i premi del mondo e si accorge che la regista e i due protagonisti si odiano. La commedia cine-surreale argentina e prodotta dai fratelli Almodovar farà ridere il festival.
Domani, domenica, è il momento di tre film. Sundown di Michel Franco, con Tim Roth e Charlotte Gainsbourg. Il film più misterioso del festival che racconta la storia di una coppia occidentale in Messico e che si dice girato durante il periodo vietato del lockdown. Il regista messicano torna al Lido, un anno dopo il Gran Premio della giuria vinto con Nuevo orden. Poi la proiezione di Illusion Perdues di Xavier Giannoli, con Benjamin Voisin, Cécile de France, Vincent Lacoste, Xavier Dolan, Gerard Depardieu. Lucien Chardon, giovane provinciale che insegue l’onore e la gloria nella Francia della Restaurazione. L’ultimo in programma Mona Lisa and the Blood Moon di Ana Lily Amirpour, con Jeon Jong-seo, Kate Hudson, Craig Robinson. Una giovane fugge dal manicomio e scopre di avere strani poteri. La regista, inglese, torna a Venezia dove nel 2016 aveva vinto il Premio speciale della giuria con The Bad Batch.
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