di Erica Cerami
Nell’estate del 2016 a Massarella, frazione nel comune di Fucecchio in Toscana, si tenne come da tradizione, la sagra della zuppa. L’evento culinario e di paese ospita di solito anche esibizioni di artisti più o meno famosi. Magari nomi di artisti ancora poco conosciuti, così da pagarli quattro euro. Quell’anno toccò a Calcutta, nome d’arte di Edoardo D’Erme. Il cantautore di Latina aveva da poco pubblicato il singolo “Oroscopo” che poi lo avrebbe portato a vincere il disco di platino.
Il singolo del cantautore Calcutta, con la collaborazione del duo Takagi & Ketra
La sera in cui cantò a Massarella non aveva ancora raggiunto la notorietà e però capii subito che avrebbe trovato il modo di distinguersi nel panorama dei giovanti cantanti. Ero lì per caso, e per caso, assistetti al concerto: avevo deciso di cenare, con alcuni amici, alla sagra per festeggiare la mia patente.
Era luglio, faceva caldissimo e il cielo minacciava pioggia. Calcutta iniziò a suonare e subito dopo si mise a piovere. Non fu certo per sua colpa se la serata andò così. La colpa è tutta del riscaldamento globale che regala ormai sempre spesso un’estate afosa, però zeppa di improvvisi temporali. I musicisti ricoprirono con dei teli gli strumenti e mentre la delusione del pubblico per il concerto già finito si faceva sentire, Calcutta rimase sul palco, con la sua chitarra, e continuò a suonare e cantare. Un gesto non certo banale, che lodai molto e con me gran parte del pubblico presente. Capii che era davvero innamorato della musica e che era rispettoso del pubblico.
Il brano “Cosa mi manchi a fare”, interpretato da Calcutta come solista fu sorprendentemente azzeccato e il pubblicò intonò insieme a lui le parole della canzone “la pioggia scende fredda su di te…”.
Singolo di Calcutta pubblicato nell’ album “Mainstream”
Nello scenario italiano la musica promossa da Calcutta mancava: testi senza troppe pretese che rimangono in mente, un cantautorato semplice ma coinvolgente. Associazioni di parole e frasi che a primo impatto ti lasciano perplesso, ma in realtà sono assurdamente geniali. Alcuni brani, come “Oroscopo”, sono fatti per ballare, muoversi in mezzo alla gente, cantando a squarciagola – anche se oggi ci siamo scordati come si fa. Non dimenticherò mai la semplicità di quel ragazzo con la chitarra che ha reso speciale quella sera a Massarella.
L’articolo fa parte dell’iniziativa #Unamusicaintesta ideata dalla redazione di Culture. Globalist. Si rimanda alla lettura degli articoli precedenti.
1) Articolo introduttivo di Manuela Ballo: Le canzoni non raccontano più storie? Forse. Ma conviene ascoltare la musica giovane | Culture (globalist.it)
2)Articolo sui BTS di Elena La Verde: Dall’Asia al mondo: sono i BTS, idoli del pop coreano | Culture (globalist.it)
3)Articolo su Colapesce e Dimartino di Marcello Cecconi Colapesce e Dimartino non son mica nati ieri | Culture (globalist.it)
4)Articolo su Motta di Linda Salvetti: Francesco Motta, un cantautore tra il pop e il folk | Culture (globalist.it)
5)Articolo sui Pinguini Tattici nucleari di Margherita Centri: I pinguini tattici nucleari piacciono a tutti (o quasi)