Tra facciate architettoniche di ville e santuari medievali, mostre fotorafiche, danza, musica e teatro si è chiusa ieri la 64esima edizione del Festival dei Due Mondi a Spoleto, iniziato il 25 giugno, con il tradizionale concerto finale in piazza del Duomo, affidato alla bacchetta di Antonio Pappano, alla guida dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Quasi 20 mila le presenze registrate in questa edizione con più di 90 appuntamenti e 500 artisti presenti in 17 giorni.
“Il programma del concerto guarda alla relazione tra Due Mondi, Oriente e Occidente, e alle reciproche ispirazioni e suggestioni musicali” hanno spiegato gli organizzatori. La sinfonia da “L’Italiana in Algeri” di Rossini si è fusa con le atmosfere da “Mille e una notte” riprodotte da Rimskij-Korsakov Sheherazade, e poi con il concerto per violino “1001Nights in the Harem” del compositore e pianista turco Fazil Say, eseguito per l’occasione da Friedemann Eichhorn.
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