Dopo il 27 marzo, la cultura prova a riaprire per il 26 aprile. Per le riaperture sono previsti ingressi contingentati e misure per limitare la capienza dei luoghi, discusse con il Comitato tecnico scientifico. Per l’estate si spera di poter allentare le misure di restrizione per quanto riguarda i luoghi all’aperto. Il ministro della Cultura Dario
Franceschini rassicura sui ristori: “non finiscono con le riaperture che limitano la capienza, quindi è chiaro che dovremo continuare”.
Si passa dal 25% al 50% dei posti occupabili in sala, con un innalzamento a un massimo di 500 spettatori nelle sale al chiuso e di 1.000 spettatori in quelle all’aperto. Nel caso in cui le condizioni epidemiologiche migliorino, si parla della possibilità di superare queste nuove imposizioni, andando oltre al 50% appena ottenuto.
Alle Regioni viene consentita la possibilità di autorizzare spettacoli ed eventi con un numero superiore di spettatori, purché vengano adottate le misure di sicurezza come l’obbligo del distanziamento e indossare la mascherina.
Per il cinema è il presidente degli esercenti (Anec) Mario Lorini a parlare di un primo passo, un segnale per il settore. Anche se, sottolinea, “in questi termini non si può parlare di ripartenza. Per far ripartire il mercato ci vuole altro”.
Il presidente di Assomusica, Vincenzo Spera, afferma di essere fiducioso per questo primo passo che vedrà un progressivo ampliamento verso forme più idonee ai luoghi in cui si terranno gli spettacoli, anche se sottolinea la necessità di un percorso progressivo che porti presto a lavorare in sicurezza ma anche con maggiore sostenibilità economica.
Molte però sono anche le lamentele, a partire dalla richiesta di criteri diversi per fissare la capienza delle sale: ogni luogo è diverso, ed ha bisogno di misure specifiche. Inoltre, rimane la questione della vendita di cibi e bevande all’interno di queste strutture. Infine, rimangono i grossi limiti: chiusi in zona arancione e coprifuoco alle 22:00, imponendo l’anticipazione di spettacoli teatrali e cinematografici.
Lorini sottolinea che ”il mercato riapre in altre condizioni’’.
Franceschini non demorde, e nel prossimo decreto vuol inserire l’apertura dei musei anche nel fine settimana: “Sono con voi, il vostro rappresentante nelle istituzioni – afferma il ministro – Abbiamo bisogno tutti di un’estate con piazze e strade pieni di spettacolo, musica, danza e prosa”.