di Marcello Cecconi
Si è spento ieri, al Policlinico Gemelli di Roma, Enrico Vaime. Era nato a Perugia 85 anni fa e resterà uno dei padri dell’intrattenimento italiano e rappresentante di quella cultura popolare che Umberto Eco vedeva in continuità e non in sottomissione alla cosiddetta cultura alta.
Autore televisivo, teatrale, radiofonico ma anche sceneggiatore, presentatore e scrittore; una figura poliedrica e instancabile che ha animato il boom dell’intrattenimento e del varietà della seconda metà del Novecento con il suo dissacrante senso dell’umorismo. I suoi punti di riferimento autori e scrittori come Cesare Zavattini, Ennio Flaiano, Marcello Marchesi e Luciano Bianciardi.
Da quando nel 1960 arrivò in Rai, appena laureato in giurisprudenza, ha firmato per la tv decine e decine di programmi fra i quali varietà Rai come Quelli della domenica e Canzonissima, entrambi del 1968, che resteranno fra i più visti, amati e interiorizzati come forme di spettacolo base in tv per alcuni decenni a venire, poi uccisi dai reality e dai talkshow. Con lui lavoravano Marcello Marchesi e Italo Terzoli e, con quest’ultimo, nascerà un connubio, la cosiddetta “ditta” Terzoli & Vaime, che firmerà una serie infinita di programmi.
Siamo in pieno boom anni Sessanta della tv pubblica e Vaime non scriverà solo battute per Paolo Villaggio, Walter Chari e Paolo Panelli, ma partorirà annualmente un paio di commedie musicali teatrali che faranno la fortuna della ditta Terzoli & Vaime fino agli anni Ottanta inoltrati. Felicibumtà, Anche i bancari hanno un’anima e La vita comincia ogni mattina per Gino Bramieri, mentre per Enrico Montesano Bravo, Beati voi e Malgrado tutto beati voi.
Nel 1984-85 Vaime e Terzoli scriveranno testi di un varietà del sabato sera per Canale 5 che sta sgomitando sempre più con la Rai: Risatissima con una serie di nuovi comici come Ric e Gian, Lino Banfi, Gigi e Andrea, Lino Toffolo, Renato Pozzetto e Massimo Boldi. Tornerà a scrivere per la Rai, ancora con Terzoli, Fantastico ’88, uno degli ultimi varietà televisivi con grande ascolto con Enrico Montesano e Anna Oxa e, stavolta insieme a Maurizio Costanzo, Memorie dal bianco e nero e la sua ultima esperienza in tv, S’è fatta notte, dal 2012 al 2016. Negli anni 2000 ha condotto su La7 Anni Luce e il sabato e la domenica era il conduttore del dibattito di Omnibus Weekend, il magazine di Omnibus, dove invece Vaime, dal lunedì al venerdì, conduceva una rubrica di costume.
Vaime racconta Flaiano
Non si possono dimenticare i suoi libri e, fra quelli più conosciuti, Amare significa, Tutti possono arricchire tranne i poveri, Le braghe del padrone, Perdere la testa, Non contate su di me, Black Out, Quando la rucola non c’era, I cretini non sono quelli di una volta e Anche a costo di mentire, Gente per bene – Quasi un’autobiografia.
Ma una delle sue smisurate passioni era la radio dove ha collaborato a centinaia di programmi. Insieme all’inseparabile Terzoli scrisse le ultime due edizioni di Gran Varietà, storico programma della mattina della domenica sul secondo programma della Rai per poi passare immediatamente a condurre Black Out (1979), il sabato e la domenica mattina, insieme a un giovanissimo Fabio Fazio, a Simona Marchini e Pierfrancesco Poggi.
Proprio Fabio Fazio, che aveva fatto parte della sua squadra radiofonica, ha accolto con commozione la notizia della morte di Vaime durante la diretta domenicale di Che tempo che fa: “Enrico Vaime è stato uno dei più grandi autori di varietà, dal gusto straordinario. Abbiamo trascorso insieme giornate, anni in cui ci siamo voluti tantissimo bene. Per me è complicato dire quello che vorrei dire. È una gigantesca perdita, personalmente, per la sua famiglia, per i suoi amici, per lo spettacolo. Ci lascia una lezione di gusto, di eleganza assoluta, da lui si imparava quello che si può o che non si può dire, aveva sempre una battuta illuminante”, ha aggiunto Fazio.
Da Canzonissima 1968, il Buon Natale di Mina a Paolo Panelli e Walter Chiari