Regista francese illuminato, Bertrand Tavernier, si è spento ieri a Saint-Maxime, nel sud della Francia, aveva 79 anni. Critico presso le più importanti riviste di cinema, saggista e storico del cinema, ha esordito nella regia nel 1973 con “L’orloger de Saint-Paul”, subito premiato a Berlino con l’Orso d’argento. Figlio d’arte, era nato a Lione il 25 aprile del 1941 e alla sua città è rimasto sempre fedele, nonostante una vita errabonda e una passione ricorrente per l’America. Tavernier è stato soprattutto un cultore della memoria, che vedeva nella sua opera l’anello di congiunzione con un passato luminoso e una memoria da coltivare.
Fin dall’esordio nella regia (in compagnia del suo alter ego come attore, Philippe Noiret) si lascia etichettare come regista “eclettico”, amante delle opere in costume e dei melodrammi storici, ma sensibile alle varie forme di cinema di genere e capace, a sorpresa, di uno sguardo lucido e tagliente sulla società contemporanea. “Tutto ciò che distorce e drammatizza l’emozione e la realtà” – scriverà – “mi interessa. Questo si avvicina forse molto alla maniera in cui amo realizzare un film: una messa in scena basata sull’emozione che, lo spero, non è mai artificiosamente tradotta”.
Dopo la carriera in regia, all’inizio degli anni sessanta fondò con Bernard Martinand e il poeta Yves Martin, il Cine Club Nickelodéon, che promuoveva film americani di serie B. Una visione decisamente lungimirante rispetto alla distribuzione cinematografica del tempo. Insomma un vero e proprio produttore illuminato e indipendente, ma pur sempre con uno sguardo da uomo comune.
Bertrand Tavernier, con i suoi film raccontò la Francia monarchica e aristocratica con “Che la festa cominci” e “Il giudice e l’assassino”, quella attuale “Des enfants gatés” e “L’esca” con cui vinse l’Orso d’oro nel 1995, lo spirito medievale con “La passion Béatrice”) e la distopia futuribile con “La morte in diretta”. E poi, con una visione intimista l’insensatezza della guerra con “La vie et rien d’autre” (1988) e “Capitaine Conan” (1995), due dei suoi capolavori. Non trascurò la commedia sentimentale e di costume francese, da “Une semaine de vacances” a “Una domenica in campagna”, miglior regia al Festival di Cannes nel 1984. All’America del jazz e alla Parigi della sua giovinezza aveva reso uno straordinario omaggio, dirigendo in coppia con uno dei suoi idoli, Robert Parrish “Mississippi Blues” nel 1984 e poi due anni dopo “Round Midnight” con le musiche di Miles Davis. Nel 2015, alla Mostra di Venezia, ricevette il Leone d’Oro alla Carriera.