A cura della redazione di globalist.culture.it (clicca qui per vedere chi siamo) con il coordinamento di Stefano Miliani
La 71esima edizione del Festival di Sanremo è senz’altro la più difficile da quando è cominciata la sua storia. Ma se si pensa a quello che rappresenta simbolicamente questa manifestazione per la cultura e lo spettacolo italiano, si comprende meglio, quanto sia stato giusto non sacrificarla. E allo stesso tempo è del tutto comprensibile, se non legittima, la rabbia di lavora nello spettacolo, non può andare in scena e vede che per il festival è saltata fuori una soluzione. D’altro canto è stata una vera sfida per una parte di quel comparto dell’intrattenimento che soffre, come e più, di altre categorie, per sospensioni e di chiusure.
Proprio durante la quarta serata sanremese, la cantante Alessandra Amoroso e l’attrice Matilde Gioli recitano sul palco dell’Ariston un brano per i lavoratori dello spettacolo: “Il lavoro deve essere un diritto di tutti, non un colpo di fortuna. La presenza di questi artisti ora qui vuole essere un simbolo per quei lavoratori ora a casa e invece dovrebbero essere dietro le quinte di un palco. Questo applauso (dei cantanti in video e dei tecnici sul palcoscenico) è di tutti quegli artisti che come me ricevono la vostra luce e il vostro lavoro”.