Bong Joon-ho sarà il primo coreano presidente di giuria del 78esimo Festival di Venezia, mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia, in programma dall’1 all’11 settembre 2021.
A proporlo al cda dell’ente è stato il direttore della sezione del cinema, Alberto Barbera.
“La Mostra di Venezia porta con sé una lunga e ricca storia – afferma Bong Joon-ho – e sono onorato di essere coinvolto nella sua meravigliosa tradizione cinematografica. Come presidente della Giuria e soprattutto come incorreggibile cinefilo, sono pronto ad ammirare e applaudire tutti i grandi film selezionati dal festival. Sono pieno di autentica gioia e di speranza”.
Regista di Snowpiercer, Memorie di un assassino, The Host e diventato noto grazie a Parasite, con cui ha vinto la Palma d’oro 2019 e 4 statuette di Hollywood 2020, è stato anche il primo film in lingua straniera a vincere nella categoria miglior film nella storia degli Academy, oltre poi a portarsi a casa il David di Donatello, il Golden Globe, il Critics Choice Award, e il BAFTA per la miglior sceneggiatura e il miglior film straniero.
Nato a Deagu in Corea del Sud, Bong Joon-ho, 51 anni, ha debuttato come regista nel lungometraggio con Barking Dogs Never Bite nel 2000.
Il regista propone una varietà di film visivamente coinvolgenti accompagnati da un profondo senso etico, oltre che l’attenzione al dettaglio scenico. Si è ispirato anche a Scorsese, che ha più volte ringraziato durante la notte degli Oscar.
Barbera afferma, riguardo al regista coreano: “Oggi è una delle voci più autentiche e originali del cinema d’autore mondiale. Gli sono immensamente grato per aver accettato di mettere la sua passione di cinefilo attento, curioso e privo di pregiudizi, al servizio del nostro festival. È un piacere e un onore poter condividere la felicità di questo momento con i tantissimi ammiratori dei suoi film straordinari, disseminati ovunque. La scelta di affidare la Giuria, per la prima volta nella sua storia, alla guida di un cineasta coreano è anche la conferma che l’appuntamento veneziano – conclude il curatore – guarda al cinema di tutto il mondo, e che i registi di ogni Paese sanno di poter trovare a Venezia la loro seconda casa”.
Spernado che la pandemia non blocchi tutto.
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