di Rock Reynolds
Non servono parole magniloquenti per imprimere il proprio marchio indelebile nella storia. Joe R. Lansdale, scrittore texano di razza e beniamino dei lettori italiani, tra cui si è ritagliato un pubblico inizialmente di culto e poi sempre più trasversale, non è certo noto come maestro dell’understatement, più consono a tranciare frasi con l’accetta che a usare il fioretto. Attenzione, però: la sua non è la comune ascia del boscaiolo del Dixie, affilata come si è, negli anni, grazie a un numero di letture variegate che lascerebbero di stucco un bibliotecario dell’antica Europa.
Da sempre ateo dichiarato e pure strenuo difensore della libertà d’espressione più volte messa in discussione dalle frange più estremiste del pensiero evangelico a stelle e strisce (stracolme di no-vax, creazionisti contrari alla scienza, sostenitori della pena di morte, anti-abortisti, suprematisti bianchi e, per finire, trumpiani convinti), Joe Lansdale per una volta usa toni relativamente più “pacati” per lasciare intendere quale sia il suo pensiero su quanto sta accadendo nella società americana, senza peraltro mandarla a dire a nessuno. L’aggettivo pacato, nel caso di Lansdale, rischia di essere travisato. L’occasione è una riflessione su un interessante spezzone del film Jimmy Carter: Rock & Roll President che mette a confronto Bob Dylan – già, il primo rocker premio Nobel per la letteratura – e l’ex-presidente Jimmy Carter, un convinto cristiano che non si vergogna di essere un fan del cantautore di Duluth e pure di Willie Nelson e degli Allman Brothers. Roba da non crederci, considerato ciò che sta accadendo nel nostro paese in queste ore.
Per chi volesse scavare nel mondo di Lansdale e nella sua formazione culturale e politica, il libro del 2018 Joe Lansdale. In fondo è una palude (Giulio Perrone Editore, pp 246, € 15.00) di Seba Pezzani offre uno spaccato inedito sul suo mondo, quello oscuro e controverso del Texas Orientale e quello parallelo in cui la fervida immaginazione dell’autore si è sempre rifugiata.
Lo scrittore: “Mi piace la musica di Dylan e adoro Jimmy Carter”
Le parole che seguono, sono un antipasto di ciò che di interessante Lansdale ha sempre da dire. E, quando si mettono a confronto demonio e acqua santa ma stelle e strisce, forse solo Flannery O’Connor rivaleggia con Lansdale.
“Mi piace la musica di Dylan e adoro Jimmy Carter. Ho sempre pensato che fosse stato un presidente migliore dei meriti che gli sono stati attribuiti e che nel corso della sua presidenza si siano verificate cose sfortunate e indipendenti dalle sue scelte. Un secondo mandato gli avrebbe reso giustizia. Ma così non è stato. È uno dei pochi cristiani – un credo che io non riesco a capire né ad abbracciare – che si siano rivelati all’altezza dei propri ideali. Ha sempre cercato di migliorarsi come essere umano e questa è una cosa che apprezzo. Credo che i tumulti del Campidoglio mettano a fuoco qualcosa che molti di noi vanno dicendo da tempo. Trump attira i pazzi e, per quanto non rappresentino il Partito Repubblicano, di certo ne sono diventati il cuore. Per molti versi, le persone che gli stanno intorno forse sono più sagge e migliori, ma, se il cuore è malato, ben presto si ammalerà tutta la mela e quel marciume si diffonderà talmente in profondità che solo qualche fetta di quella mela ne verrà risparmiata. Non tutti i repubblicani che sostengono Trump sono bigotti, ma tutti i bigotti sostengono Trump. Credo che questo proietti una luce su quei pessimi elementi e che, con un minimo di fortuna, questo possa segnare la fine di Trump. Ma i bacherozzi sono duri a morire. Dubito che possa mai più concorrere a un’elezione presidenziale. I suoi soldi caleranno. Pagherà multe. Subirà processi. Però, con ogni probabilità, non passerà mai un solo giorno in prigione. I suoi figli sono stati notevolmente ridimensionati ed è probabile che Melania stia progettando una fuga. Alla fine, lei e i suoi figli sono dello stesso stampo di Trump. Ivanka era la più sveglia del gruppo, ma, in fondo, si è dimostrata idiota tanto quanto tutti gli altri, sposando l’ignoranza e la grettezza del padre. Però, solo Trump potrebbe essere narcisista com’è. C’è un’altra cosa da dire su molti dei seguaci di Trump, che rappresentano una specie di setta. Stupido è chi stupido fa. Sono felici di essere stupidi”.