”Gli ospedali della California meridionale stanno affrontando una crisi che non abbiamo mai visto prima”, ha detto Gabrielle Carteris, presidente di Sage-Aftra, continuando così: ”la maggior parte della produzione si interromperà”.
E così arriva nuovamente lo stop per Hollywood, che già dopo la prima chiusura di marzo aveva faticato molto a riprendersi. A ottobre il tasso di attività non aveva raggiunto nemmeno il 50% del livello normale del periodo.
Un fattore che impedisce ai produttori di ripartire in California è il rifiuto delle compagnie di assicurazione di coprire gli incidenti durante le riprese associati al Coronavirus.
Los Angeles, la contea più popolosa degli Stati Uniti, con una popolazione di circa dieci milioni di abitanti, è diventata ormai uno dei focolai più importanti del virus in USA e i casi di Covid continuano a raggiungere livelli record nella città, mentre gli ospedali sono sommersi dai pazienti.
Il 30 dicembre quasi 750.000 infezioni sono state ufficialmente identificate nella provincia, dove il virus ha ucciso quasi 10.000 persone.
Esclusi alcuni film indipendenti, quest’anno sono stati girati pochissimi lungometraggi nell’area di Los Angeles, con la maggior parte dei produttori concentrati su spot pubblicitari e video musicali.
Mentre i film ad alto budget hanno eseguito le riprese fuori dagli Stati Uniti, come Tom Cruise con il suo nuovo film “Mission Impossible” nel Regno Unito e in Italia o le serie TV “Supergirl” e “Batwoman” in Canada.
A fermarsi completamente invece sono stati la Warner Bros, sospendendo le riprese di “Mom”, “B Positive”, “Bob Hearts Abishola”, mentre le riprese delle serie Netflix, “Shameless” e “You”, non riprenderanno fino alla prossima settimana.
Inoltre, Universal si è vista costretta a interrompere le riprese di sei programmi, mentre Variety ha sospeso 16 spettacoli prodotti da 20thTelevision e ABC. Anche la CBS Studio ha dovuto rinviare le produzioni di “NCIS”, “NCIS: Los Angeles”, “Seal Team” e “Why Women Kill”.