Insomma in un anno in cui c’è stata l’invasione di nuovi lessemi, spesso con significati rivisitati, portati dalla pandemia, Quarantine è la Parola dell’Anno 2020. La parola che indica il tempo specifico durante il quale persone o animali con una malattia devono stare isolate dagli altri per evitare la diffusione della malattia, è stata la più ricercata. Ce lo assicura Cambridge Dictionary.
“La decisione di scegliere quarantine come parola dell’anno costituisce una scelta molto interessante, non solo perché si tratta di una delle tante parole che l’inglese prende in prestito dall’italiano” spiega Nick Beer, Italy Country Director presso Cambridge Assessment English.
Tutto ciò che gira intorno alla pandemia ha contribuito a far entrare nel nostro linguaggio termini come coronavirus, Covid-19, numero-R, lockdown, congiunti, smart-working, auto isolamento, isolamento fiduciario, Dad (Didattica a Distanza), Zoom, Google Meet. Termini entrati nella quotidianità e molti di loro di derivazione anglosassone.
E in italiano come nasce la parola quarantena? La sua nascita segue ovviamente le grandi pestilenze del Trecento, ma soprattutto la Peste nera, quella che tra il 1347 e il 1359 sterminò circa il 30% della popolazione dell’Europa e dell’Asia. Fu la Repubblica di Venezia ad attuare per prima politiche sanitarie sistematiche volte a evitare la diffusione dei contagi via mare. Ci fu la creazione dei lazzaretti, luoghi isolati deputati all’accoglienza di persone animali e merci sospette (il cui nome pare venga proprio dall’isola veneziana di Santa Maria di Nazareth, in cui fu collocato il primo all’inizio del Quattrocento). La loro permanenza forzata in questi luoghi durava classicamente quaranta giorni, una quarantina di giorni, quarantena secondo la forma veneziana, dopo i quali si riteneva che, senza manifestazioni di malattie, non fossero portatori d’infezione e potessero entrare in città.
Ma perché proprio quaranta giorni? È su questo punto che in tanti si sbizzarriscono. C’è chi tira in ballo Ippocrate e chi avanza calcoli astronomici babilonesi, ma senza arrampicarsi sugli specchi si può dire in piena banalità che un periodo di quaranta giorni purificatori ha degli evidenti addentellati biblici (il Diluvio dura quaranta giorni, il digiuno di Cristo nel deserto e la realtiva Quaresima durano quaranta giorni). In più è un periodo di tempo che risponde a una stima di buonsenso, e insomma, come scelta arbitraria può avere senso.