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Rabuffi della Feltrinelli di Parma: «È un deserto, lettori non rinunciate ai libri»

Il direttore della libreria: «Vanno gli instant book sui virus, “Cecità” di Saramago, “Spillover”, gialli. Crollati i titoli per bambini»

Rabuffi della Feltrinelli di Parma: «È un deserto, lettori non rinunciate ai libri»
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10 Marzo 2020 - 10.15


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di Marco Buttafuoco

Davvero viviamo in tempi inediti, dove la percezione della realtà cambia, di minuto in minuto. Da giorni pensavo a dare voce al mondo delle librerie, devastate, come tanti altri esercizi, dalla crisi del Covid. Oggi, quando mi sono deciso a lavorare sul tema , il panorama è completamente diverso. Oggi giornali, autorità e visi noti della televisione invitano, giustamente, a non uscire di casa, se non per motivi strettamente indispensabili. Ma i libri, non lo sono? Non dovremmo, come diceva di Marguerite Yourcenar, “ammassare riserve contro un inverno dello spirito” che il virus potrebbe accelerare? Certamente sì, ma certamente non possiamo nemmeno invadere le librerie, anzi dobbiamo stare a casa il più possibile. Niente più vagabondaggi fra gli scaffali., meditazioni davanti alle novità, chiacchierate con i librai, in nome della cultura stessa e del senso profondo che dà alla vita, dobbiamo rinunciarci.
Alle fine, dopo vari tentennamenti, ho deciso però, ugualmente, di scrivere questo pezzo. Per solidarietà con chi vive di libri e per riflessione.

“Fino a venerdì le cose andavano male, ma non malissimo – dice Marco Rabuffi, direttore della Libreria Feltrinelli di Parma – Avevamo un 30% delle perdite sul fatturato normale, dovute alla paura, alla cancellazione di tutti gli eventi legati alla presentazione di libri e dischi, al diminuito flusso di passanti. Una perdita importante, certo, ma che una catena come la nostra poteva fronteggiare. Per i colleghi delle librerie indipendenti, per quelli che fanno conto sull’incasso quotidiano, era invece già uno scricchiolio sinistro. Oggi la città è deserta, e nel week end siamo rimasti chiusi, per via delle necessarie nuove misure”.
Su cosa si orientavano i lettori, prima della “zona rossa”?
L’unico cambiamento significativo è stato un certo incremento di libri dedicati alla virologia e alla storia delle epidemie, a partire dal magnifico Spillover, di David Quammen, pubblicato qualche anno fa da Adelphi: un’indagine accurata, ma scritta con il linguaggio chiaro dei grandi reporter americani, sulla lotta ai tanti virus che si aggirano per il mondo; un libro che dimostra come la comunità scientifica, prevedesse l’arrivo di una pandemia. Fra i molto richiesti, oltre a instant book sul Coronavirus, c’era anche Pandemie d’Italia di Guido Alfani, pubblicato da Egea. Poi molta letteratura, molti gialli. Si avvertiva già pesantemente il crollo delle vendite dei libri per bambini. I bambini stessi soprattutto non venivano più nelle nostre librerie (a Parma ci sono due negozi Feltrinelli). Questa constatazione ci ha dato il senso della gravità dei giorni che stiamo vivendo.
Il vostro era però un settore già minacciato dalla concorrenza degli acquisti on line, dagli ebook.
Gli ebook toccano un 2-3% del mercato. Il lettore preferisce ancora la carta. I Kindle, i Kobo e gli altri readers sono niente di più che piccoli elettrodomestici di nicchia. Non hanno sostituito il libro vero, come i robottini spazzapavimenti non hanno soppiantato l’aspirapolvere. La concorrenza vera è la vendita on line del cartaceo, che ha conquistato quote importanti di appassionati. Ora stiamo pensando, per le prossime settimane, a un servizio a domicilio per la nostra clientela.
Cosa consiglia di acquistare?
Oltre ai libri suggeriti prima direi Cecità di José Saramago, la storia di una comunità resa cieca da una malattia sconosciuta. Racconta, con spirito di preveggenza, la nostra quotidianità, la nostra vita in zona rossa. Mi permetta però un piccolo messaggio a tutti i lettori. Non rinunciate ai libri, rileggete quelli che avete in casa, comprateli on line ( e potete immaginare quanto mi costi questa frase ), ma non abbandonateli.

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