Un locale spazioso e di gran luce nel quartiere romano di San Lorenzo, una libreria che prima si chiamava Assaggi e adesso si chiama libreria-caffè Tomo, riserva molta attenzione alla scienza, alla letteratura che non sia best seller, ai libri per l’infanzia e i ragazzi: tra questi vetri e scaffali con bar Anna Parisi parla a globalist. Chi è? È una voce delle quaranta Librerie indipendenti di Roma – LdR: in autunno si sono unite in «una rete creata per offrire ai lettori nuovi servizi – recita la nota stampa – tra cui la app “Librerie di Roma”, e il sito dove il lettore può sapere dove trovare il libro che sta cercando e prenotarlo, oppure semplicemente conoscere tutti gli eventi e le presentazioni organizzate dalla rete». Anna Parisi è stata uno dei soci fondatori della libreria sanlorenzina Assaggi, è nel Consiglio nazionale dei librai italiani, è nel direttivo LdR. «Siamo poche persone per cui alla fine siamo i soliti a far tutto», commenta i più incarichi con un sano filo di ironia nella voce.
I servizi delle librerie indipendenti romane
Come LdR hanno varato il sito nel giugno 2019, in realtà si sono costituiti come “rete di impresa” nel 2017 dopo un bando per reti di imprese commerciali della Regione Lazio. Quaranta le librerie presenti ma altre, informa Anna Parisi, hanno chiesto di entrare ed entreranno. Tramite il portale, specifica, «un lettore può prenotare il libro, ordinarlo se non c’è, può scegliere in quale libreria ritirarlo, se ha problemi arriviamo a consegnarlo anche in bicicletta».
Tra altre iniziative, il 23 aprile per la festa del libro, insieme all’Istituto di cultura catalano, LdR abbina un festival di tre giorni dal 23 stesso fino al 25 con tanto di “Oskar del libro” (il nome con il k è ricavato dal nome del protagonista del romanzo Il tamburo di latta di Günter Grass) dove i lettori premiano i libri da loro scelti con riconoscimenti per categorie come accade (quasi) agli Oscar del cinema.
Anna Parisi spiega dov’è il trucco negli sconti al 15%
Fin qui il discorso delle librerie romane che con inventiva e l’unione rispondono alle difficoltà di vendita. Nei giorni in cui però la storica Paravia di Torino chiudeva i battenti dopo 218 anni di vita il discorso cade per forza di cose sulle misure per aiutare il commercio di libri fin troppo penalizzato e, inevitabilmente, sulla politica degli sconti. E se fin qui Anna Parisi ha parlato con il sorriso, da qua in poi il tono diventa più preoccupato e al tempo stesso battagliero: «Noi chiediamo di limitare gli sconti al 5% ma i grandi gruppi editoriali non vogliono. Gli editori decidono il prezzo di copertina e poi, gli stessi editori, vendono nelle loro catene e online il libro con il 15% di sconto. È ovvio che il libro potrebbe costare all’origine il 15% in meno. Alle librerie indipendenti i libri vengono venduti con il 30% di sconto e quindi le librerie indipendenti non possono fare il 15% di sconto ai lettori perché il margine sarebbe troppo basso per sopravvivere».
La libraia: non vogliamo favori, vogliamo giocare ad armi pari
L’avversario quindi non è soltanto Amazon che pratica sconti del 15% in tutta tranquillità, forte della sua presenza capillare e di uno strapotere globalizzato. «In Francia e Germania lo sconto ammesso sui libri è zero, i lettori sono tanti e la presenza di Amazon è limitata. Se una legge vietasse lo sconto, o lo limitasse al 5%, anche qui in Italia, come piccole librerie avremmo più respiro. Alla Camera – conclude la libraia romana – è passata una legge che riconosce il valore del lavoro culturale delle librerie e limita gli sconti sui libri al 5%, ma al momento è ferma e la discussione al Senato continua a slittare mentre le librerie indipendenti continuano a chiudere. Noi non vogliamo favori, vogliamo giocare ad armi pari ma ora è impossibile».