Roma nel dopoguerra era una comunità di scrittori dove si riconoscevano l’un altro. Anche con polemiche, all’occorrenza, ma si riconoscevano. Era un mondo molto vivace. Forse una comunità. Al centro culturale Wegil della Regione Lazio in Trastevere, edificio dalla notevole architettura razionalista ristrutturato a Largo Ascianghi 5 vicino a Porta Portese, fino al 23 giugno la mostra “Poeti a Roma resi superbi dall’amicizia” curata da Giuseppe Garrera e Igor Patruno e con immagini dalla collezione privata di Garrera racconta quel mondo soprattutto negli anni ’60 e ’70, vivacissimo.
Elsa Morante era stata innamorata anche di Pier Paolo Pasolini: un amore impossibile. Dario Bellezza, poeta che non aveva il becco di un quattrino, era al centro di incontri, passioni, apertamente gay, confronti letterari, morì nel 1996 a 52 anni. E ancora: Alberto Moravia, il mondo intorno al premio letterario Strega, quel poeta unico che è stato Sandro Penna, quella autrice sublime, complessa e disperata che è stata Amelia Rosselli … I letterati si incontravano, scambiavano opinioni, serate, polemiche, anche scontri: un poeta come Attilio Bertolucci era amico di un autore come Pasolini. E se gli scrittori si esprimono con la parola, questi scatti vogliono raccontare il loro universo, i loro umori, una società dove l’intellettuale era spesso ascoltato, anche osteggiato, ma era spesso al centro del dibattito politico e culturale.
L’esposizione comprende anche scatti di autori come Giuseppe Ungaretti, Carlo Emilio Gadda, Anna Maria Ortese, Amelia Rosselli, Natalia Ginzburg, Alfonso Gatto, Giorgio Caproni, fino a Dacia Maraini o Enzo Siciliano, e propone oltre 250 foto tra serate, feste, incontri pubblici. I fotografi rispondono ai nomi di Antonio Sansone, Tazio Secchiaroli, Rodrigo Pais, Dario Bellini, Guglielmo Coluzzi e altri. Con molte immagini inedite. L’uccisione di Pasolini all’Idroscalo di Ostia è un passaggio cupo e ineludibile.
«La violenza, l’intolleranza, l’ottusità del mondo – dichiarano i curatori della mostra nella nota stampa – sanciranno la fine di questa avventura (l’esposizione si ferma al 1975). L’uccisione di Pasolini, il massacro del suo corpo, in questa prospettiva, assumeranno il valore di una precisa presa di posizione, di un rancore e di una insofferenza del mondo ad ogni felicità e vita diverse. Il mondo certe cose non le tollera. L’avventura poetica è destinata al lutto, e ad una parabola catastrofica d’amicizia e di felicità, per far più forte una società e le sue certe certezze». E Patruno, scrittore e giornalista, scrive tra l’altro nel materiale per la stampa: «Tra gli anni Cinquanta e Settanta, sui fondali di una Roma visivamente più buia di quella che conosciamo oggi, ma risplendente di vivacità culturale, di impegno politico, percorsa da una umanità ancora capace di condividere speranze e sogni, dolori e rimpianti, passioni e amori, si stringono – tra gli intellettuali che la abitano – legami indissolubili di amicizia, solidarietà concrete, capacità progettuali. Spesso, attraversando la città di oggi, mi chiedo dove quel mondo sia finito e talvolta penso persino che si possa dubitare che “sia stato”».
La mostra include libri, prime edizioni, riviste, incisioni discografiche, lettere. La rassegna è promossa dalla Regione Lazio, organizzata da Agci Lazio con LazioCrea
Affianca l’esposizione un calendario di spettacoli, performance, dj set, concerti, festival e incontri in programma il venerdì e il sabato sera fino al 22 giugno. Info sul sito Wegil