Inizia con una gita di un figlio che studia a Washington relazioni internazionali e una madre messicana diventata ranger degli Stati Uniti per amore della natura e per stare all’aria aperta “Solo un fiume a separarci. Dispacci dalla frontiera” di Francisco Cantú (Minumun Fax, pp. 263, € 16,00, traduzione di Fabrizio Coppola). Varcato il confine per far scoprire al ragazzo cos’è Ciudad Juarez, il lato messicano più pericoloso di El Paso, Cantù muove da un piccolo incidente risolto grazie agli abitanti di una delle città più rischiose del mondo un breve viaggio intorno al confine Usa-Messico per affrontare un viaggio molto più complesso: quello intorno alla frontiera, per conoscere direttamente i migranti messicani, per vedere come certi statunitensi li considerino sporchi, per raccontare come agisce la polizia.
Cantù viene da genitori di origine messicana, è pronipote di immigrati, è statunitense, e dopo una laurea in relazioni internazionali si è arruolato – con sommo stupore e sconcerto dei familiari – per fare la guardia di frontiera tra i due paesi e vedere con i propri occhi e la propria umanità cosa significa tentare di emigrare oggi. I suoi
«dispacci dalla frontiera», ricorda la casa editrice, sono usciti nel febbraio 2018 quando Trump batteva con insistenza il tasto sul Muro da erigere completamente tra Stati Uniti e Messico.
Cantù «è riuscito a osservare la durezza della vita imposta dai cartelli del narcotraffico, che spinge molte persone a immigrare e la banalità del male commesso da quanti in teoria li combattono», ha scritto su Internazionale del 22 febbraio Giuliano Milani. «Testimone e ingranaggio di una macchina ferocemente ingiusta – ha proseguito il recensore del settimanale – Cantù riesce «a far capire quanto sia facile che accanto a noi una tragedia che quasi nessuno di noi potrebbe sopportare di vedere al cinema o in televisione si consumi ogni giorno». Ricordando che l’inasprimento delle misure di sicurezza tra Usa e Messico risale al 1994, all’epoca di Bill Clinton, è un fatto che Trum ne ha fatto del respingimento, e della costruzione del Muro, la propria bandiera. Il memoir di Francisco Cantù smonta con le parole e le storie quel progetto.