La Biblioteca Nazionale di Firenze, uno dei due principali centri librari d’Italia insieme alla “collega” di Roma, sta per morire. Perché la carenza di personale è talmente drammatica, il ricambio è stato talmente evitato, che a breve molti servizi essenziali di quello che è un servizio ai cittadini e alla storia andrà a esaurirsi. Lo scrivono in un comunicato la Cgil Funzione Pubblica e l’Associazione dei Lettori Biblioteca Nazionale di Firenze invocando a questo punto una forma di resistenza. A pubblicato la nota il sito emergenza cultura.org
“NCF al collasso : chi siede ora lungo il fiume ne vedrà passare il cadavere” si intitola la nota. Dove gli estensori scrivono: “Franceschini ha fatto affluire fondi per riparare i danni delle bombe meteorologiche, per terminare i lavori dell’Ala Nuova ed iniziare quelli delle ex Caserme di Via di Tripoli; ma, in buona compagnia di chi lo ha preceduto, ha dimenticato il cuore pulsante della Biblioteca: il suo personale”. Seguono i dati.
Nell’ultimo anno sono stati assunti cinque funzionari bibliotecari. “Una goccia”. In teoria i bibliotecari sono 42, invece sono 30 quelli reali che “si sono ridotti a 22”; con i pensionamenti nel 2020 ne resteranno 10.
Non bastasse, scrivono, “sono andati legittimamente via amministrativi, informatici, assistenti alla fruizione e operatori alla vigilanza, restauratori ed assistenti tecnici. Qualcuno invece se lo è preso un destino cattivo. Nessuno – nonostante la passione e la dedizione – ha avuto la possibilità di passare il testimone ad una nuova generazione di lavoratori, perché i pochi apporti sono assolutamente temporanei (vedi il servizio civile), con tanta voglia di apprendere, pochissimo tempo per farlo e ancor meno per metterlo in campo e costituire il futuro della Biblioteca”. Sindacato e lettori fanno anche proposte concrete. Ma guardano oltre il recinto fiorentino.
Nella pianta organica del Ministero dei beni culturali la Nazionale nel 1997 aveva in teoria 400 persone. Nel 2002 erano diventate 280. Ora sono 149. “Non lo diciamo solo oggi: sono anni che testardamente cerchiamo di attirare l’attenzione sull’inesistente politica assunzionale del MiBACT, che cerchiamo di rimettere il lavoro nel mondo dei beni culturali, nella sua accezione più ampia, al centro dell’attenzione di tutte le compagini politiche che si sono succedute”. E il ministero della cultura in teoria nel 2000 aveva bisogno di 25mila persone (il sindacato e l’associazione le chiamano burocraticamente “unità”), ora ne ha attuali “19241 compresi i dirigenti”, con la legge Fornero attuale entro il 2020 ne avrà “16750”.
E “la nave BNCF ancora va, non per forza d’inerzia ma per lo sforzo nobile e quotidiano di chi è ancora presente, con livelli di servizio forse giudicati minimali dall’utenza, ma che massimizzano il risultato delle poche forze in campo : perchè una Biblioteca Nazionale non è una biblioteca di pubblica lettura, chiamata “solo” a rendere disponibile il proprio patrimonio, ma agisce sul fronte della conservazione, della ricerca semantica, della catalogazione, della digitalizzazione, dell’implementazione continua (15 km lineari in più ogni anno di testi da rendere disponibili come sola conseguenza del “diritto stampa”), del recupero alla fruizione di testi danneggiati grazie al suo Centro di Restauro ormai ridotto a poche unità”.
La constatazione drammatica: “La BNCF è allo stremo, insieme alle sue sorelle fiorentine (una per tutte : la Riccardiana in 4 mesi perderà i 2 funzionari bibliotecari superstiti e resterà priva di direzione scientifica) e alla quasi totalità di quelle italiane”. Ma purtroppo la fiducia in una inversione di tendenza da parte delle istituzioni e tanti più da parte di chi ha in mano ora il Paese è ridotta: “Leggere fa male, perchè la cultura è un attentato al pensiero dominante, alla massificazione, alla semplificazione, all’abbattimento dei valori fondanti della nostra civiltà in nome dei tempi cambiati, del sentimento del “popolo” che sdogana la regressione etica. Non è forse stato uno dei nuovi sottosegretari del Mibact (la leghista Lucia Borgonzoni, ndr) ad aver dichiarato che non legge un libro da tre anni?”. L’attuale ministro è Alberto Bonisoli dei 5 Stelle.