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Morto Giuseppe Galasso che predisse: "Tornano forze minacciose"

Si è spento a 88 anni lo storico napoletano. Studioso del Meridione e del Risorgimento, promosse la meritevole legge sul paesaggio che porta il suo nome

Morto Giuseppe Galasso che predisse: "Tornano forze minacciose"
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12 Febbraio 2018 - 12.57


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Giuseppe Galasso è morto a Pozzuoli, a casa sua, a 88 anni. Storico, studioso del Mezzogiorno, giornalista, docente universitario, già deputato nel Partito repubblicano nella “Prima repubblica”, ad Antonio Gnoli su Repubblica in un’intervista di un anno fa aveva capito quanto sta emergendo in questi giorni: “Lo studio della storia marcia insieme alla passione civile ma oggi stanno tornando forze oscure e minacciose”. È stato il promotore della meritevole “Legge Galasso” del 1985 che fissò importanti vincoli contro lo scempio del paesaggio, vincoli che prima di fatto erano molto più blandi.

Nato a Napoli nel 1929, Galasso ora insegnava storia moderna all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha collaborato con Il Mattino di Napoli, il Corriere della Sera, La Stampa e L’Espresso, ha presieduto la Biennale di Venezia dal dicembre 1978 al marzo 1983 e la Società Europea di Cultura dal 1982 al 1988. Dal 1977 era socio dell’Accademia dei Lincei. Ha scritto molti libri sull’Italia meridionale e sul Risorgimento, saggi filosofici e su Benedetto Croce, del quale ha curato la riedizione delle opere per Adelphi. Era membro del Partito Repubblicano Italiano dal 1970 al 1993 e deputato del Pri dal 1983 al 1994. Tra il 1983 e il 1987 è stato sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nel primo e secondo governo Craxi. Tra vari impegni, indubbio un merito: ha promosso la legge n. 431 del 1985 per la protezione del paesaggio detta “legge Galasso”.

“La scomparsa di Giuseppe Galasso – dichiara il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini – priva il mondo della cultura italiana di un protagonista indiscusso, un grande intellettuale che si è impegnato in prima linea per la difesa del patrimonio del Paese in un’intensa esperienza politica mai dimenticata. A lui dobbiamo una legislazione sulla tutela del paesaggio, pensata e voluta per preservare il territorio italiano, che non a caso porta il suo nome”.

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