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Addio a Mario Perniola, il filosofo che criticava la mercificazione dell'arte

Morto a 76 anni il docente di estetica. Si occupò del movimento situazionista, del rapporto tra arte e società, di Heigegger, Gramsci ... "Il rapporto con il bello": guarda il video

Addio a Mario Perniola, il filosofo che criticava la mercificazione dell'arte
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9 Gennaio 2018 - 11.54


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È morto a Roma uno dei più importanti pensatori di estetica del nostro tempo, Mario Perniola. Criticò duramente la mercificazione dell’arte, comprese le avanguardie storiche. Nato ad Asti nel 1941, filosofo, è stato teorico dell’arte contemporanea. Come ultimo incarico di docente ha insegnato estetica all’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”. Qui ha fondato il Centro studi e documentazione Linguaggio e Pensiero e la rivista di studi culturali e di estetica «Ágalma».

“Mario Perniola ci ha lasciati. Era un grande filosofo. È stato Maestro e Amico di una vita. Il suo pensiero non ci ha lasciati. È rimasto qui”. Con queste parole su Facebook l’allievo e amico Giuliano Compagno ha dato l’annuncio della morte del filosofo.

Aveva studiato all’università di Torino. Durante gli anni della contestazione si avvicinò al movimento situazionista teorizzato dal pensatore francesce Guy Debord, e nel 1972 pubblicò un saggio, “I situazionisti”. Altri testi chiave: ne “L’alienazione artistica”, del 1971 ha studiato il rapporto tra arte e economia nell’antichità, nel Rinascimento. Nel 2000 aveva pubblicato “L’arte e la sua ombra”, scrivendo:
“Quanto più violenta è la luce con cui si pretende di investire l’opera e l’operazione artistica, tanto più nitida è l’ombra che esse proiettano; quanto più diurno e banalizzante è l’approccio all’esperienza artistica, tanto più l’essenziale di essa si ritrae e si protegge nell’ombra”. In breve: le istituzioni artistiche e le gallerie sono dominate dalla mercificazione dell’arte.
Nel 2004 aveva dato alle stampe “Il sex appeal dell’inorganico”, nel 2015 “L’arte espansa” dove attacca la degenerazione del potere del mercato e della speculazione nell’arte: “La bolla speculativa di quel “mondo dell’arte”, iniziato alla fine degli anni cinquanta del Novecento e caratterizzato dalla solennizzazione culturale delle avanguardie storiche, il cui nume tutelare fu Marcel Duchamp, è finalmente scoppiata. Essa aveva creato un microambiente culturale che ha cercato per cinque decenni di rinnovarsi continuamente, ricorrendo a tutta una serie di mode più o meno effimere che si presentavano sotto nomi provocatori e preoccupandosi soltanto di mantenere sotto il controllo di pochi galleristi, collezionisti e mediatori rapaci, con la complicità delle istituzioni pubbliche, il diritto alla legittimazione e alla consacrazione di prodotti che solo nominalmente potevano essere definite “opere d’arte”, ma erano in realtà feticci artistici”.

Altri testi: “La società dei simulacri” (1980), “Dopo Heidegger. Filosofia e organizzazione della cultura” (1982), dove prende spunto dal pensiero di Gramsci sull’organizzazione della cultura, “Transiti. Come si va dallo stesso allo stesso” (1985), “Il sex appeal dell’inorganico” (1994) dove collega la filosofia con la sessualità.Il primo interesse di Perniola in realtà era stato la filosofia della letteratura ed esordì con un saggio su Samuel Beckett. Ha continuato ad occuparsene eha collaborato alla rivista “Nuovi argomenti”. Ha scritto un romanzo, “Tiresia” (1968), ispirato al mito greco dell’indovino Tiresia che fu trasformato da uomo in donna, e i racconti “Del terrorismo come una delle belle arti” (2016).

 

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