Un ordigno rudimentale è stato fatto esplodere la notte scorsa da ignoti davanti al portone della Chiesa di San Marco alle Paludi a Fermo, di cui è parroco don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco. Nessuno è rimasto ferito, ma i danni sono ingenti: la deflagrazione ha mandato in pezzi le vetrate e il rosone della cappella, e ha svegliato i residenti.
Si tratta del terzo attentato ad una chiesa fermana in meno di due mesi, dopo quelli contro il Duomo e la chiesa di San Tommaso, sulla costa fermana. Al momento l’ipotesi degli investigatori è che la mano sia la stessa. Don Vinicio Albanesi, accorso sul posto insieme ai carabinieri e ai vigili del fuoco, è anche direttore della Caritas diocesana, particolarmente impegnata nell’assistenza ai poveri e ai migranti. Un fatto riportato da tutti gli organi di stampa, quasi a ipotizzare un possibile movente.
Le bombe delle prime due esplosioni, secondo gli inquirenti, erano state fabbricate artigianalmente dalla stessa mano. Al vaglio del reparto scientifico dell’Arma anche il terzo ordigno, quello esploso stanotte. Di certo, però, – al di là delle possibili motivazioni o ricostruzioni – non ci sono più dubbi sul fatto che le tre esplosioni siano collegate tra loro e che il comune denominatore sia la Chiesa.
”Questi atti non ci scoraggiano e soprattutto non piegano la volontà e la forza dei fermani di essere compatti contro queste intimidazioni”. A don Albanesi la solidarietà del Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, oggi a Roma per un incontro istituzionale al Viminale sulla sicurezza insieme al deputato del Pd Paolo Petrini. Il Sindaco ha fatto sapere in una nota di aver informato i vertici del ministero dell’Interno dell’accaduto. Il Sindaco ha espresso la vicinanza della Città a don Albanesi ed alla Comunità di San Marco alle Paludi: “Conosciamo e apprezziamo tutti le doti di don Vinicio, – ha detto – la sua profonda attenzione ai bisogni delle persone, alla loro dignità”. Per il Sindaco di Fermo “è stato preso di mira un luogo di culto e di rara bellezza caro alla città e, di riflesso, il suo parroco, da sempre impegnato nel sociale. Dopo i fatti precedenti che hanno riguardato il Duomo e San Tommaso, con questo terzo episodio la matrice sembra essere chiara e allarmante. Chi ha colpito queste realtà ha colpito il cuore della città e dei fermani, ha voluto mirare a chi, come le parrocchie, in questo momento è al fianco delle istituzioni e dell’Ente comunale per fare rete nel fronteggiare le situazioni di difficoltà economica in cui versano le famiglie”. Calcinaro ha poi ribadito la vicinanza ‘”a tutti coloro, come i sacerdoti, che quotidianamente si spendono per gli ultimi, perché da questo potrà prendere corpo una società salda e soprattutto che meriti l’appellativo di civile”.