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L'inquinamento luminoso minaccia la salute del cuore

Una nuova ricerca collega l'eccessiva esposizione notturna alla luce artificiale a un aumento dell'attività cerebrale legata allo stress e a processi infiammatori nelle arterie, alzando il rischio cardiovascolare.

L'inquinamento luminoso minaccia la salute del cuore
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4 Novembre 2025 - 17.35


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Il fascino delle città illuminate di notte nasconde un pericolo silenzioso per il nostro organismo. Uno studio pionieristico, presentato alle sessioni scientifiche dell’American Heart Association 2025 dal team guidato dal Dottor Shady Abohashem del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School di Boston, solleva un serio allarme: l’eccessiva esposizione alla luce artificiale notturna è associata a un significativo aumento del rischio di malattie cardiache.

La ricerca preliminare, condotta su 450 adulti residenti a Boston, ha utilizzato una combinazione di tecnologie avanzate, incluse scansioni PET/CT e dati satellitari, per monitorare l’attività cerebrale e l’infiammazione vascolare, confrontandole con l’inquinamento luminoso ambientale. I risultati hanno evidenziato una correlazione diretta tra l’aumento dei livelli di luce notturna e due fattori critici per la salute cardiovascolare. Le fonti luminose artificiali, infatti, non si limitano a sregolare i naturali ritmi circadiani, ma sembrano attivare specifici segnali di stress nel cervello, aumentando l’attività cerebrale correlata allo stress. Questo meccanismo, a sua volta, facilita l’infiammazione dei vasi sanguigni, contribuendo all’indurimento delle arterie e, di conseguenza, elevando i rischi di eventi gravi come infarto e ictus.

I dati raccolti con un follow-up decennale sono preoccupanti, soprattutto nei contesti urbani ad alta pressione socio-ambientale. L’analisi indica che un incremento dell’esposizione alla luce notturna è stato collegato a un aumento del rischio di malattie cardiache del 35% nel periodo di follow-up di cinque anni e del 22% nel decennio successivo. Gli autori dello studio ribadiscono con forza che l’inquinamento luminoso non è solo un problema ambientale, ma un fattore di salute pubblica che necessita di immediata attenzione.

Di fronte a un fattore di rischio che è, fortunatamente, modificabile, i ricercatori hanno avanzato proposte concrete. Per contrastare gli effetti negativi sul sistema cardiovascolare, è fondamentale implementare misure pratiche che spaziano dalla gestione degli spazi pubblici all’ambito privato. A livello urbano, questo include la riduzione dell’illuminazione esterna non strettamente necessaria, incentivando al contempo l’installazione di luci sensibili al movimento che si attivano solo quando serve. Parallelamente, si raccomanda una gestione più rigida della luce interna durante le ore notturne, agendo sulle abitudini individuali per minimizzare l’esposizione durante il sonno.

A livello istituzionale e scientifico, la sfida richiede un approccio coordinato. È emersa l’urgenza di standardizzare i metodi di misurazione dell’esposizione luminosa notturna per garantire dati confrontabili e precisi in future ricerche. Questa necessità coinvolge direttamente le collaborazioni accademiche tra centri di ricerca e ospedali di riferimento.

L’obiettivo ultimo è definire linee guida chiare che consentano di integrare i dati sull’inquinamento luminoso non solo nelle politiche sanitarie pubbliche, ma anche nelle pratiche cliniche quotidiane, riconoscendo la luce artificiale notturna come un vero e proprio fattore di rischio modificabile per la salute del cuore.

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