La Sumud è ora a quattro giorni di navigazione dal blocco israeliano e a sei da Gaza. Domani si uniranno le navi greche partite oggi da Syros.
Riguardo i droni che hanno continuato a sorvolare le navi “Non possiamo dire di chi siano, ma il legittimo sospetto c’è”, ha commentato il deputato Arturo Scotto del Pd, imbarcato sulla Karma con la Global Sumud Flotilla. Dopo le minacce rivolte ieri dal ministro degli Esteri israeliano alla missione, cresce sempre di più la preoccupazione per l’incolumità degli attivisti a bordo.
“Noi siamo favorevoli al riconoscimento dello Stato di Palestina, – ha commentato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York – però non può essere controllato da Hamas. La prima cosa è che Hamas lasci la Palestina e liberi gli ostaggi, questo è il nodo fondamentale perché è un’organizzazione terroristica. Bene l’Anp, ma finché c’è Hamas è impossibile riconoscere lo stato di Palestina”. “Noi lavoriamo per il cessate il fuoco. Israele deve smettere immediatamente di bombardare e di attaccare Gaza, di attaccare in Cisgiordania con i coloni e siamo pronti anche a infliggere sanzioni ai coloni violenti e ai ministri che li sostengono.”
Il problema però resta tutta la politica sionista, non solo i coloni ma soprattutto chi c’è dietro a finanziarli ed è per questo necessario un immediato boicottaggio economico e politico che la Flotilla, come le manifestazioni di questi giorni, continuano a chiedere al governo italiano e all’Europa.
La tensione sulla Sumud cresce anche a causa di crisi interne. Dopo Greta Thunberg a dare le dimissioni, sembrerebbe in maniera “forzata”, è il coordinatore tunisino, Khaled Boujemâa, che accusa gli organizzatori di aver “mentito sull’identità di alcuni dei partecipanti”. Nello specifico Boujemâa avrebbe attaccato Saif Ayadi, attivista lgbtq+ e punto di riferimento per l’opposizione tunisina al governo autoritario di Kais Saied. Sembrerebbe che di fronte all’ultimatum “O io, o lui”, ad essere stato allontanato è stato proprio Boujemâa, che avrebbe protestato dicendo che la lotta per Gaza non dovrebbe essere “sporcata” da altre rivendicazioni.
“Pur non essendo a conoscenza direttamente di questa situazione, – ha chiarito la portavoce italiana Maria Elena Delia – confermo che abbiamo una politica antidiscriminatoria molto chiara e concordata fin dall’inizio. Nessuna discriminazione di razza, sesso, religione, orientamento sessuale, età, capacità fisica o altro è accettata”.