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Sicurezza pubblica: davvero viviamo in un paese sempre più pericoloso?

Molte narrazioni mediatiche promuovono una visione secondo cui l’Italia è un paese sempre più pericoloso, con il numero di crimini in costante aumento. I dati, tuttavia, ritraggono tutt’altro scenario.

Sicurezza pubblica: davvero viviamo in un paese sempre più pericoloso?
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20 Maggio 2025 - 19.03


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di Enea Russo

Quello dei crimini che si consumano nelle nostre strade è un tema di discussione sempre più preminente in Italia, promotore di una visione secondo cui vivere le città diviene sempre più pericoloso. I dati CENSIS, infatti, mostrano come gli italiani siano convinti di un forte aumento della criminalità. Sempre gli stessi dati, tuttavia, smentiscono tale credenza, dimostrando che in Italia i crimini sono costantemente diminuiti negli anni. Confrontando la loro ricorrenza negli ultimi decenni emerge come i reati, a prescindere dalla loro natura, siano in diminuzione e non in aumento.

Analizzando nello specifico l’ultimo decennio il rapporto CENSIS registra un aumento notevole dei crimini solo nel 2014, con 2.812.936 reati: numeri sempre più bassi negli anni successivi. La dimostrazione che la criminalità è tutt’altro che aumentata, visto che gli incrementi più significativi riguardano esclusivamente casi isolati e non ripetuti. Ma allora perché le persone si sentono meno sicure a uscire di casa, con il 75% di italiani che pensa che girare per strada sia diventato più pericoloso negli ultimi cinque anni? Uno dei motivi è la larga diffusione mediatica delle notizie in questione. Proprio le notizie della criminalità, infatti, tendono a catturare l’attenzione delle persone, con i media che ne approfittano per spettacolarizzare i fatti di cronaca nera. Privilegio assoluto lo hanno i casi più violenti, di gran lunga quelli più notiziabili. È proprio ciò a solleticare la memoria selettiva delle persone, che tendono a ricordare più facilmente gli episodi negativi rispetto a quelli positivi.

Una grossa colpa dello scollamento tra realtà e percezione riguardo alla criminalità, tuttavia, è sicuramente additabile alla politica, specialmente ai partiti di destra. Sono proprio i loro leader che per aumentare il consenso utilizzano due tra le due leve più efficaci, ovvero la manipolazione e la persuasione. Riescono così a giocare sui sentimenti di pancia della popolazione, in questo caso la paura, promuovendo una visione pseudo-razionale che inganna il senso comune di cittadine e cittadini.

Un altro fattore che gonfia il senso di pericolo sta nel correlare il tema della crescente criminalità a quello dell’immigrazione. Sentiamo spesso i politici di destra affermare come siano gli immigrati a commettere i reati più lesivi della libertà altrui, come rubare o causare disordini, per poi promuovere la lotta contro l’immigrazione per mezzo di soluzioni spesso impraticabili come il blocco navale. Una paura che trova amplio eco nei mezzi di comunicazione di massa e nei social network per via della propensione umana a dare più peso a notizie tragiche e violente, spesso volgarmente strumentalizzata per guadagnare voti e consensi nascondendo volontariamente agli italiani i dati reali. Un fenomeno chiaramente riscontrabile anche qui a Siena, città che ospita la nostra Testata, negli ultimi tempi dipinta dalle testate locali come soggiogata dalla violenza e dalle scorribande dei giovani immigrati di seconda generazione.

Certo, l’Italia non è il paese più sicuro del mondo: anche se i reati in generale non sono in aumento, non si può dire lo stesso di quelli nei confronti delle donne. Sempre i dati CENSIS ci dicono che i reati verso tale sesso sono tutti in crescita, a partire dalle violenze sessuali che nel 2024 sono state 6.587, registrando un aumento del 34,9% negli ultimi cinque anni. In definitiva, quanto emerge è una situazione molto meno preoccupante rispetto a come questa viene spesso dipinta. Una conclusione che rimarca l’importanza di informarsi in maniera critica repellendo i toni sensazionalistici che purtroppo spesso imperversano nei talk show e non solo. Le frange più conservatrici hanno la colpa di promuovere una visione distorta della realtà, sta a noi cittadini combatterla e non essere co-responsabili della sua diffusione.

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