di Giada Zona
Il 25 aprile, una data così bella e importante, provoca discussioni anche a Pantelleria. Tutto inizia l’anno scorso, quando l’amministrazione comunale ha censurato “Bella Ciao” durante i festeggiamenti della festa della Liberazione e l’ANPI di Pantelleria, nata nel 2022, ha denunciato questa decisione. Ad oggi, un anno dopo, il comune dell’isola ha organizzato una cerimonia sobria e silenziosa, provocando così ulteriori perplessità. Per comprendere meglio questa vicenda ne parliamo con Flavio Silvia, coordinatore dell’Anpi locale.
L’anno scorso il Comune di Pantelleria non ha inserito “Bella Ciao” durante i festeggiamenti del 25 aprile e l’ANPI locale ha denunciato l’accaduto. Vi siete confrontati con l’amministrazione comunale? Quali sono stati i motivi di questa scelta?
“Bella Ciao” non era prevista all’interno della cerimonia, nonostante avessimo ribadito che il 25 aprile è una festa popolare e non destinata alle forze armate. È importante sottolinearlo perché la richiesta di non cantare “Bella Ciao” proviene dal precedente comandante dell’aeronautica militare, intento a seguire il cerimoniere delle forze armate dove non vi era “Bella Ciao”. Di conseguenza noi abbiamo chiesto a diversi componenti dell’amministrazione comunale di inserire “Bella Ciao” all’interno della cerimonia o all’inizio dell’evento, ma questa richiesta non è stata accolta. Dunque abbiamo fatto un comunicato stampa che è stato pubblicato da tutti i giornali nazionali e durante la celebrazione alcuni di noi hanno cantato “Bella Ciao”, quasi in segno di protesta. Infine il nostro rappresentante ha letto un comunicato che spiegava il nostro punto di vista.
Ad oggi, un anno dopo, il comune di Pantelleria ha organizzato una cerimonia sobria e silenziosa. In quanto ANPI come avete accolto questa decisione? Credete sia esclusivamente una forma di rispetto verso il lutto nazionale oppure ravvedete una qualche forma di censura di natura politica?
Credo che la scelta di una cerimonia sobria e silenziosa derivi dal governo e non dall’amministrazione locale. Si tratta di un’interpretazione sbagliata del lutto nazionale e delle disposizioni per il 25 aprile. Non penso che sia una censura politica, ma vi è un movente politico nelle decisioni del governo perché cinque giorni di lutto nazionale sono tanti. Mentre dal punto di vista locale non vedo questo, poiché non credo ci sia una divisione tra il Comune di Pantelleria e l’Anpi, seppur ci siano state delle discussioni. Anzi, quest’anno durante la cerimonia ho percepito l’avvicinamento del sindaco che ha dimostrato dei segnali positivi verso l’Anpi locale.
Queste due decisioni del comune di Pantelleria, quella dell’anno scorso e quella di quest’anno, hanno inciso sull’organizzazione e sugli obiettivi dell’ANPI locale?
No, non hanno inciso sull’organizzazione e sugli obiettivi dell’Anpi, poiché il nostro lavoro si basa sulla comprensione dei valori della nostra Costituzione antifascista e repubblicana. Tuttavia, queste vicende ci hanno invitato a riflettere sulle cause che ostacolano la comprensione dell’antifascismo. Ovviamente proviamo dispiacere quando si verificano delle discussioni con le istituzioni che, in particolar modo l’anno scorso, dovevano rispettare le sensibilità relative alla festa della Liberazione. Quando scendiamo in piazza il 25 aprile dobbiamo rispettare le sensibilità di chiunque sia in piazza con noi. Bisogna ricordare che spesso la festa della Liberazione a Pantelleria è stata abbandonata a se stessa, infatti negli anni passati a volte non si festeggiava.