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Il potere nelle mani di 2.769 paperoni miliardari

Secondo Oxfam il 21% della popolazione del pianeta controlla il 69% della ricchezza globale e ben 3,5 miliardi di persone nel mondo vive con meno di 6,85 dollari al giorno.

Illustration: Matt Kenyon
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20 Gennaio 2025 - 22.58


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Il rapporto del 2024 di Oxfam, organizzazione impegnata nella lotta alle disuguaglianze, mette in evidenza il crescente divario tra i ricchi sempre più ricchi e il resto della popolazione globale, sempre più povera. Secondo i dati disponibili, il numero dei miliardari nel mondo ha raggiunto quota 2.769, con un incremento di 204 persone rispetto all’anno precedente. Non solo il numero dei paperoni cresce, ma anche la loro ricchezza: il patrimonio complessivo è passato da 13.000 a 15.000 miliardi di dollari in soli 12 mesi.

Dal report, pubblicato in occasione dell’apertura del World Economic Forum a Davos, emerge come la ricchezza dei miliardari sia aumentata in modo straordinario, registrando una crescita reale di 2.000 miliardi di dollari nel 2024, a un ritmo tre volte più veloce rispetto all’anno precedente, equivalente a circa 5,7 miliardi di dollari al giorno. In media, ogni settimana nascono 4 nuovi miliardari. Tuttavia, questi dati devono essere letti alla luce del fatto che ben 3,5 miliardi di persone nel mondo vive con meno di 6,85 dollari al giorno, sottolineando l’ampio gap di ricchezza che persiste e mettendo in evidenza le profonde disuguaglianze economiche, con la crescente concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi.

Gli squilibri tra Nord e Sud

Il rapporto sottolinea disuguaglianze globali enormi, evidenziando come una parte consistente della ricchezza dei miliardari sia ereditaria e come il Nord del mondo estragga ingenti risorse dal Sud, aumentando ulteriormente il divario tra ricchi e poveri. Nonostante rappresentino solo il 21% della popolazione mondiale, i Paesi ad alto reddito controllano il 69% della ricchezza globale. Inoltre, l’anno scorso, la crescita della ricchezza dei 10 uomini più facoltosi del mondo è stata straordinaria, con un aumento medio di quasi 100 milioni di dollari al giorno. Anche nel caso in cui il 99% dei loro patrimoni svanisse, rimarrebbero comunque miliardari, sostiene Oxfam.

L’ipotesi dei trilionari

Ma c’è di più, l’anno scorso l’organizzazione prevedeva la comparsa del primo trilionario entro un decennio, ma la crescita attuale della ricchezza ha ribaltato le previsioni e di questo passo di trilionari ne avremmo cinque. “L’incapacità di contenere la concentrazione di ricchezza tende a consolidare il potere nelle mani di pochi e generare paperoni trilionari. – fa notare Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia. “Un’inversione di tendenza è necessaria, ma il contesto politico la complica. La precarizzazione economica e la marginalizzazione culturale di ampie fasce della popolazione favoriscono proposte politiche identitarie – come quelle che si vanno radicando negli Stati Uniti, con la rielezione di Donald Trump, e nel vecchio continente – che mirano a creare artificiose contrapposizioni tra gli emarginati”.

Il potere monopolistico

Secondo Oxfam, parte della crescita della ricchezza dei miliardari è riconducibile a sistemi di relazioni clientelari e, soprattutto, è intrecciata con il grande potere di mercato esercitato dalle imprese che controllano o dirigono. Le cinque aziende più grandi al mondo hanno ricavi superiori al Pil di decine di nazioni e al reddito combinato dei 2 miliardi di persone più povere del pianeta (1/4 della popolazione mondiale). Si tratta, secondo l’organizzazione, di una plastica rappresentazione del potere monopolistico in azione, che garantisce rendite immeritate e contribuisce alla crescita delle disuguaglianze.

Eredità e non merito

Il rapporto evidenzia inoltre che “la ricchezza globale non solo è fortemente concentrata al vertice, ma in gran parte deriva anche da rendite di posizione”. Basti pensare che oltre il 36% delle fortune dei miliardari deriva da eredità. Tutti i miliardari del mondo sotto i 30 anni hanno ereditato i propri patrimoni, una prima ondata di quello che è stato soprannominato “il grande trasferimento di ricchezza”, per cui si prevede che nei prossimi due o tre decenni più di 1.000 miliardari lasceranno oltre 5.200 miliardi di dollari ai propri eredi”. “Ai super-ricchi piace dire che per accumulare enormi patrimoni ci vogliono abilità, determinazione e duro lavoro. Ma la verità è che gran parte della ricchezza estrema non è ascrivibile al merito”, ha sottolineato Amitabh Behar, direttore esecutivo di Oxfam International. “Molti dei cosiddetti ‘self-made men’ sono in realtà eredi di grandi fortune, tramandate per generazioni. È per questo, ad esempio, che la tassazione irrisoria o nulla delle grandi eredità è contraria a qualsiasi criterio di equità e non fa che perpetuare un sistema in cui ricchezza e potere restano nelle mani di pochi”, ha concluso.

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