Trump ha solo quattro anni davanti a sé e, forse, alle elezioni di medio termine già potrebbe trovarsi con meno libertà di manovra. E poi i lunghi periodi non sono mai stati il suo forte. Dunque è inutile preoccuparsi di infrastrutture, educazione o sanità, quando puoi dimezzare il budget per la manutenzione delle autostrade e dichiarare vittoria sul debito!
E allora quella notizia, che suona più come una barzelletta ben orchestrata che realtà, è ufficiale: Elon Musk, il magnate di Tesla, SpaceX e qualunque cosa si muova a ritmo di controversie, sarà alla guida del Doge (Department of Government Efficiency). E a chi pensa subito che la funzione del Doge sia quella di rappresentare la magnificenza nelle cerimonie pubbliche degli Usa, come accadeva alla Repubblica di Venezia, ricordo che invece è solo quella di far risparmiare l’amministrazione. Non importa come, non importa su cosa. L’importante è tagliare perché, come direbbe Trump 2.0, “efficienza è il nuovo patriottismo”.
Ma il nome Doge è forse l’aspetto più umoristico di tutta questa faccenda in quanto richiama la famosa moneta virtuale con l’immagine del cane Shiba Inu, la criptovaluta-meme, dogecoin, che Musk ha promosso per anni e che grazie a lui, e alla vittoria di Trump, ha guadagnato oltre il 100 per cento del valore in una settimana. Insomma è il timbro in ceralacca di un’amministrazione che preferisce il virtuale al concreto, l’apparenza alla sostanza.
Dopotutto, chi meglio di Musk potrebbe trasformare questo nuovo dipartimento federale in un’impresa privata a colpi di tweet e decisioni impulsive. Il risparmio creativo di Musk sembra abbia già partorito qualche idea brillante. Pare che tutti i carri armati dell’esercito saranno sostituiti da Tesla Cybertruck e anche se dovessero impiegare un’ora per ricaricarsi in pieno deserto… faranno risparmiare sulla benzina! E sembra anche che per ogni emergenza nazionale ci saranno lanci di razzi: incendi? Alluvioni? Basta un razzo Falcon e il problema sarà… letteralmente sparato nello spazio.
Aldilà dell’ironia sarà una lotta dell’efficienza vs. efficacia. Una battaglia già vinta dalla prima poiché l’obiettivo è solo uno: fare in modo che i bilanci appaiano con tanti bei numeri nei report di fine anno da far sfilare in un flusso costante su X. L’efficienza immediata sarà la parola d’ordine orgogliosa a danno della “povera” efficacia, quella che si misura nel tempo.
Perché investire oggi per un domani migliore quando puoi risparmiare oggi e scaricare i problemi su chi verrà dopo?
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