di Manuela Ballo
“Guardali negli occhi”, CSI
In pieno periodo berlusconiano un gruppo musicale di rottura quali erano allora i CSI incisero un disco “Materiale resistente” in cui compare questa canzone. Era un messaggio rivolto alle nuove generazioni perché pure in quella delicata fase comprendessero il significato della resistenza.
“Siamo i ribelli della montagna”, Üstmamò
Tra i brani presenti nel già citato “Materiale Resistente” e che peraltro hanno resistito al tempo c’è sicuramente la versione degli Üstmamò del canto partigiano “Siamo i Ribelli della Montagna”.
La versione originale è un canto partigiano di origine ligure oltre ad essere uno dei pochissimi canti partigiani originali di cui sia rimasta traccia. Composto nel marzo del 1944alla Cascina Grilla, da soldati della terza brigata d’assalto, che operava sul monte Tobbio, in provincia di Alessandria.
“Fischia il vento”, Modena City Ramblers
Chi non ha mai sentito riecheggiare le note di Fischia il vento? (nota anche come Soffia il vento).
Si tratta di uno degli inni alla resistenza tra i più conosciuti, quanto almeno “Bella ciao”, oltre ad essere uno degli inni senza alcun limite dialettale, cantato da tutti e ovunque. Lo troviamo infatti in varie regioni dell’Italia settentrionale. Il motivo riprende una nota canzone russa “Katiuscia”. Sembra che la versione italiana della canzone sia opera di Giacomo Sibilla, un partigiano di Oneglia (Imperia), il quale avrebbe ascoltato Katiuscia nell’estate del 1942 mentre si trovava prigioniero in Unione Sovietica. La proponiamo nella nota versione dei Modena.
“Oltre il ponte” Calvino, Liberovici
Molti conosceranno la versione dei Modena City Ramblers in collaborazione con Moni Ovadia, nell’album Appunti partigiani (1995), ma il rilancio della canzone partigiana si deve al Cantacronache e sempre al Cantacronache e in particolare a Italo Calvino e Liberovici si deve la nascita di uno dei testi più emblematici della canzone politica, “Oltre il ponte”, appunto. Composta anni dopo la guerra per ricordare la militanza dello scrittore e per trasmettere i valori che avevano orientato la scelta dei molti giovani combattenti che hanno contribuito a liberare l’Italia. Un messaggio inequivocabile di speranza anche nel futuro.
“Bella ciao”, Marlene Kuntz e Skin
Conosciamo tutti Bella ciao ed è probabilmente la canzone che risuonerà in tutte le piazze per il 25 aprile. È talmente nota da aver ispirato anche un libro dello storico Marcello Flores nel quale ricostruisce sia le origini sia le tante versioni che nel mondo si cantano di questo inno alla resistenza. L’origine è incerta, alcuni storici della canzone italiana la identificano con alcuni canti delle mondine, altri la fanno addirittura risalire al 500 francese. La sua fama è andata crescendo subito dopo la resistenza.
La presentiamo in una delle versioni forse tra le meno note, ma particolarmente intrigante. . Il gruppo e la cantante offrono una versione davvero inedita con un video ricco di suggestioni e di richiami anche alle tematiche della vita in mondi a noi lontani e richiami all’inclusione. Ci sarebbero tante altre versioni da ascoltare che sono uscite recentemente di questo canto. Segnalo, tra queste, la versione di Capossela e di Guccini.