Una vita segnata dalla guerra, quella di Aldo Eluisi; cattolico, pittore di professione, aveva combattuto tra il 1915 e il 1918 nei reparti d’assalto. Dopo il congedo, aveva ripreso la sua attività di artista a Roma, dove si era subito impegnato nella lotta contro il fascismo, organizzando squadre di Arditi del popolo. Durante uno scontro con i fascisti, Eluisi fu colpito da una pugnalata alla schiena, ma questo non lo fermò nel suo impegno antifascista.
Durante il secondo conflitto mondiale fu tra i primi a battersi contro gli occupanti, distinguendosi per il suo coraggio e il suo valore a Porta San Paolo e alla Madonna del Riposo. Durante la Resistenza romana Eluisi fu catturato dai fascisti, ma riuscì ad evadere e a continuare la lotta contro il regime. Durante una riunione di antifascisti cadde nella trappola preparata da un delatore. Fu ferito, catturato e torturato per ben diciotto giorni dalla banda Koch nella pensione romana di via Principe Amedeo. Le torture subite furono orribili e il suo corpo venne scempiato. Nonostante ciò, non tradì mai i suoi compagni e morì con dignità alle Fosse Ardeatine, come tanti altri eroi che avevano sacrificato la loro vita per la Patria.
La motivazione della decorazione alla memoria di Eluisi era chiarissima: un eroe che aveva combattuto fino all’ultimo contro il fascismo, un uomo di coraggio e di ideali che non aveva mai smesso di credere nella giustizia e nella libertà. La sua continua resistenza rappresenta un monito per noi, quello di non dimenticare mai il valore della dignità umana e l’importanza della lotta a difesa della libertà.