di Giuseppe Aquaro
In Italia si sta levando un grido di protesta contro la situazione che in Iran si sta facendo di giorno in giorno più drammatica. È un teatro macabro, se non surreale, quello al quale siamo costretti ad assistere giorno dopo giorno. Le condanne continuano, i morti aumentano e la situazione, come se non bastasse, non da cenni di allentamento.
Da noi una risposta, però, arriva non solo da tanti cittadini. Ma, in particolare, è dal mondo dello spettacolo che la protesta si fa più definita e consistente: Marisa Laurito, attrice e conduttrice italiana, ha presentato negli ultimi giorni dell’anno un video appello, lanciando una petizione su change.org a sostegno di tutte le persone coinvolte nell’insostenibile scenario iniziato lo scorso settembre. Un appello che è stato sottoscritto da sostenitori di tutta l’Italia.
Dalla petizione, che attualmente ha raggiunto oltre le 100mila iscrizioni, sono partite in buona parte delle maggiori città italiane mobilitazioni che, con proteste e manifestazioni, hanno il fine di raccontare le storie di Mahsa Amini, la ragazza arrestata il 16 settembre 2022 e successivamente uccisa, da cui sono partite le manifestazioni a Teheran; o anche di Mehdi Zare Ashkzari, uno studente morto dopo aver ricevuto torture in carcere. Tra questi altre storie di ragazzi che chiedono solo un diritto che da 40 anni, in Iran, non è mai stato garantito: la libertà.
Roma, Napoli, Bologna, Torino portano il solo e unico slogan “Donna, Vita, Libertà”, facendo da eco alle voci di tutti i giovani e le giovani iraniane sulle piazze italiane. Una forma di solidarietà particolarmente sentita che va aldilà delle abituali differenze partitiche.
Alla Laurito, si sono progressivamente affiancati, con il loro sostegno, anche altre figure di attori, star internazionali, istituzioni ,intellettuali e volontari della società civile. Anche noi, come redazione di Culture.Globalist, ci uniamo a sostegno del popolo che lotta per la liberta in Iran e perché si ponga subito fine alle esecuzioni capitali e al rilascio dei manifestanti arrestati.
La petizione è rintracciabile al seguente link.