di Marcello Cecconi
Tik Tok sfrutta cinicamente la insidiosa capacità di attrazione di chi lo frequenta, producendo assuefazione con algoritmi aggressivamente suadenti e, soprattutto, diretti a un pubblico in gran parte giovanissimo, preda meno resistente e più soggetta a estremismi di dipendenza. Ma allora è possibile l’uso di uno strumento virtuale così “chiaccherato” per contenuti qualitativamente validi? La risposta non è scontata e, compiutamente, la darà solo il futuro, ma intanto il presente suggerisce che questa possibilità si sta già realizzando con una delle tante sottosezioni in lingua inglese della piattaforma: #BookTok. Non sarà una nuova frontiera della diffusione culturale mondiale ma intanto lì girano libri in carne e ossa, …ops in carta e cartone, pubblicizzati con il mood della piattaforma.
E’ difficile immaginare che il leggerissimo ma rampante social della generazione Z contasse più di 24 miliardi di visualizzazioni per questo hashtag, e che si guadagnasse l’attenzione dei media anglosassoni per il “più frequentato club del libro”. Tutto questo fa pensare. Sorprende come la patria dei balletti improvvisati al supermercato e delle “challenge” rischiose, giunga in aiuto ad un mercato in sofferenza come quello del libro stampato.
“Immagina il tono emotivo di un melodramma vittoriano, aggiungi la musica e hai l’idea generale”. Ecco come The Economist ha presentato il successo di questo hashtag ma aggiungendo fatti concreti: “Bloomsbury, una casa editrice con sede in Gran Bretagna, ha recentemente riportato vendite record e un aumento dei profitti del 220%, che Nigel Newton, il suo capo, ha attribuito in parte al “fenomeno assoluto” di BookTok. Su Amazon, BookTok è così influente da essere entrato nei titoli dei libri stessi. Il romanzo “It Ends With Us”, ad esempio, è ora elencato come “It Ends With Us: TikTok me lo ha fatto comprare!”
Insomma Tik Tok ha più facce, quella dove influencer ormai smaliziati si “spendono”, quella di ragazzine e ragazzini che espongono e spingono pericolosamente il proprio profilo per vincere timidezza, ma anche di ragazzi e ragazze che si esprimono con passione colorata come se fossero graffitari della rete. Sceneggiatori, costumisti, registi, musicisti, montatori, ballerini, attori su un palcoscenico creativo e cieco che si divertono a costruire per i “cuori” di un pubblico sempre crescente e virtualmente sempre connesso.
E allora anche per #BookTok funziona nello stesso modo, video che vanno da 15 a 60 secondi e ragazzi e soprattutto ragazze che con i libri in mano, con musiche e scenette, provano a trasmettere le emozioni della lettura di quel testo, con la credibilità di chi lo ha letto sul serio … e funziona. Senza filtri professionali traspare autenticità e, come nel balletto simpatico e scemo al supermercato, c’è quell’effetto verità. Insomma ho comprato i libri, li ho letti e te li consiglio!
#BookTok
Ma in Italia a che punto siamo con #BookTok? L’hashtag per noi è #booktokita e, come ci diceva Fanpage qualche settimana fa, “ha superato i 30 milioni di visualizzazioni con una popolarità molto inferiore rispetto a quella americana ma profili come @thebookaholic_ (25mila follower) e @libriecaffee (21mila) stanno vivendo una stagione felice, e presentano margini di crescita importantissimi.”
Ancora le case editrici di casa nostra più note non danno l’impressione di fidarsi della potenzialità dei creativi amatoriali, ma chissà se alla lunga potranno resistere, il vento soffia forte da oriente, proprio dalla parte di quei “diavoli di cinesi”!