di Vittoria Maggini
L’ultimo anno ha cambiato le nostre vite. Tante persone sono state a lungo separate, altre si sono trovate a condividere per mesi gli stessi spazi. Alcune famiglie ne sono uscite rafforzate e altre, in un modo o nell’altro, si sono sgretolate. L’Associazione nazionale divorzisti italiani ha affermato che nel 2020 c’è stato un aumento delle separazioni rispetto al 2019 del 60%, nella maggioranza dei casi per infedeltà, oltre che un aumento di violenza domestica.
Invece di limitarci alla legge dei grandi numeri però, racconterò la storia di una persona molto vicina a me e che l’ha vissuta sulla sua pelle.
Ilaria ha 23 anni ed è fiorentina dalla nascita. Prima del lockdown aveva sempre vissuto con la madre, il padre, il fratello minore e il cane. Nella vita non le è mai mancato nulla, eppure Ilaria è sempre stata molto sensibile e poco attaccata a tutto ciò che è materiale. Prima dell’inizio della pandemia stava preparando la tesi in Scienze Politiche sulla salute mentale e il rapporto tra stigma e sensibilizzazione nei media digitali. Poi è arrivato il Covid e con “lui” il primo lockdown. La data della laurea era prevista per il 28 aprile, ma nessuno aveva idea della modalità con cui sarebbe avvenuta. Nessuno sapeva niente, e Ilaria era già molto stressata per la tesi di per sé, mettiamoci il fatto che non sapesse “di che morte morire” e siamo a posto.
L’aria in casa era sempre più tesa, i genitori sono sempre stati una coppia litigiosa, solo che più invecchiavano e più sembravano non andare d’accordo in niente. La madre recriminava al marito di non essere un padre presente, di essere troppo rigido e pensare solo al lavoro e a divertirsi fuori casa. Di contro lui, diventato imprenditore dopo anni di gavetta e lavoretti da quando era adolescente, la accusava di essere viziata e snob, non avendo lei mai lavorato. Mentre ascolto Ilaria raccontare la sua storia mi chiedo come due persone così diverse si siano innamorate, forse non erano così venti anni fa.
Poco dopo il lockdown e una settimana prima di Pasqua, dopo una delle tante litigate, il padre va via di casa, e lascia la moglie. Quello che sembrava un episodio come tanti altri si sarebbe rivelato una rottura definitiva, infatti il padre non è più tornato a casa da quel giorno.
Ilaria mi rassicura, dicendo che non è stata certo una sorpresa la separazione dei suoi: “Era da tempo che questa rottura veniva procrastinata, ma devo ammettere che la puntualità dei miei genitori di separarsi proprio due settimane prima della mia laurea mi ha lasciata, e non poco, di stucco”. Sì, perché in tutto questo a Ilaria era stata confermata come data di laurea il 28 aprile, ma a distanza sulla piattaforma Google Meet, fino allora sconosciuta, mentre oggi possiamo dire che è il nostro pane quotidiano. La sessione di aprile è stata la prima a non svolgersi in presenza della storia dell’Università.
Il padre se n’era andato i primi di aprile, indubbiamente per tutelarsi da una situazione che non lo faceva più stare bene, ma comunque scegliendo la via più facile. Mentre Ilaria ha dovuto convivere nei due mesi successivi con una madre distrutta, che passava le giornate al telefono con le amiche a piangere, e con un fratello alla soglia dell’adolescenza che andava protetto da tutto quel dolore.
Ilaria mi dice che improvvisamente si è sentita caricata di responsabilità. È diventata un’amica e una confidente per la madre, un genitore e una compagna di giochi per il fratello, contemporaneamente studiava per laurearsi e cercava di ricostruire un rapporto col padre.
Chiedo a Ilaria perché, secondo lei, molte coppie si sono separate durante il lockdown. “Non posso parlare per le situazioni più gravi, piuttosto direi che nella maggioranza dei casi la pandemia ha costretto le persone a venire a patti con incomprensioni, rancori passati e incompatibilità caratteriali latenti. Nella vita di tutti i giorni è facile evitare questi problemi. Le famiglie si ritrovano tutte insieme soltanto a cena nella maggioranza dei casi, momento in cui è difficile affrontare conversazioni più profonde. Si preferisce parlare di come è andata la giornata, o di cosa hanno fatto i ragazzi a scuola. Ritrovarsi improvvisamente a passare le giornate con quelle stesse persone che da tempo evitavi, con la paura della pandemia e lo stress per la crisi economica, ha portato sicuramente mio padre a fare un passo che credo volesse fare già da tempo”.
La prima volta che i genitori si sono rivisti dopo la separazione è stata proprio alla laurea di Ilaria, una giornata che lei mi ha raccontato essere stata dolce amara, felice e triste al tempo stesso. Nonostante ciò, Ilaria si è laureata con il massimo dei voti, anche se ha risentito di ciò che è accaduto durante il lockdown. Poco tempo dopo la sua laurea le è venuta l’alopecia, che le ha fatto capire quanto il suo corpo avesse sofferto in quei mesi di lockdown. A fine intervista l’abbraccio e le faccio i complimenti per la sua tenacia, Ilaria mi dice che adesso stanno tutti meglio e che, a distanza di un anno, le tensioni sembrano essersi calmate. Si augura inoltre che la sua storia possa essere una testimonianza che aiuti chi ha passato un anno difficile a non sentirsi solo.