di Francesca Fradelloni
Pensandoci bene, se ci fossero più donne ai posti di comando, più donne ai vertici delle aziende, più donne in ruoli strategici, meno violenza ad affossarle, più lavoro sicuro, meno carico famigliare, forse si potrebbe disegnare un mondo diverso. Oggi lo bramiamo plurale e senza discriminazioni di genere. Intanto in questo 2021 pandemico ci ricorderemo il dato dell’Istat, che come un pugno nello stomaco ci ha piegato ancora una volta: a dicembre su 101 mila lavoratori in meno, 99 mila erano donne. Intanto continuiamo a “Desiderare il mondo” come titola la rassegna di incontri del Circolo dei lettori di Torino.
Tutto il mese di marzo dedicato alla pluralità del femminile, ai linguaggi, ai corpi. Desiderare, dicono gli organizzatori della manifestazione, è uno slancio di ricerca, di passione e volontà, perché il mondo è un luogo complesso da interpretare, da descrivere, da catalogare. Tanti gli ospiti: Naomi Oreskes, Michela Murgia, Vera Gheno, Susan Choi con Michela Marzano, Eugenia Cheng con Claudio Bartocci, Otegha Uwagba con Francesco Costa, alcuni dei nomi presenti.
Lezioni, dialoghi e presentazioni editoriali su temi cruciali: lavoro, politica, scienza, maternità, malattia, società, cultura e ambiente, un programma multiforme, il cui filo rosso è uno scatto, spontanea propensione dell’animo femminile. Tante scrittrici per parlare di tutto questo. Una in particolare, Giulia Caminito, classe ’88, già al suo quarto romanzo con “L’acqua del lago non sarà mai dolce” (ed. Bompiani, pp.304, 18,00 euro), ci prende per mano per un viaggio nella categoria “giovani donne”. «Per chi vuole intraprendere questo mestiere consiglierei prima di tutto di farsi la domanda “cosa vuoi dire” attraverso la tua scrittura. Non solo cosa vuoi raccontare, ma anche perché e poi dedicarsi molto al progetto, alla struttura, all’uso della lingua, curare la propria scrittura con determinazione, avere pazienza, dedicare tempo alla stesura, alla rilettura, ai dettagli. Pensare che la scrittura è un giardino: bisogna sapere come curare ogni pianta, come esporla al sole, quanta acqua darle, pensare al nutrimento, alle stagioni, alle vicinanze, al terriccio e al brulicare sotterraneo di vita che collega le radici tra loro», spiega la Caminito.
Clicca cui per il ciclo “Desiderare il mondo” del Circolo dei lettori di Torino
Scrittura con determinazione, ma quanta ce ne vuole per una ragazza, oggi? «Nella mia esperienza personale ho incontrato più problemi nel mondo del lavoro piuttosto che in quello della scrittura. Non mi è mai sembrato che i pareri sulla mia scrittura fossero condizionati dalla mia età o dal mio genere, ma che venissero letti senza pregiudizi. Più difficile avere lo stesso trattamento nel mondo dell’editoria, dove lavoro da quasi 10 anni e dove farmi rispettare professionalmente come giovane donna editor è più difficile, sembra sempre che ogni volta io debba riqualificarmi, ricominciare da capo. Ho avuto insomma di più la sensazione che alcuni giudizi e pregiudizi sul lavorare o meno con me fossero legati alla mia età e al fatto che sono una donna. La scrittura e la pubblicazione mi hanno aiutata molto a guadagnare rispetto nel mio lavoro, senza probabilmente sarebbe stato ancora più difficile», ci spiega. E allora sì che questo 8 marzo, come tutti gli altri in passato bisogna celebrarlo come giornata di lotta. Ancora come ieri.
«Oggi ha senso più che parlare, confrontarsi sia sulle discriminazioni che ancora subiscono le donne nella vita privata e in quella pubblica, sia valutare invece cosa è cambiato, cosa sta migliorando. Credo abbia senso tenere gli occhi aperti, senza credere che certi diritti e certi cambiamenti siano definitivi, perché purtroppo ci vuole molto poco per retrocedere, ma anche non abbandonarsi alla semplice lamentela senza costrutto o alle esagerazioni. Inoltre, per quanto mi riguarda occuparsi delle donne e dei loro diritti oggi corrisponde alla lotta per il superamento del genere come restrizione, il mondo va verso una dimensione fluida, aperta, multiforme», continua. E le donne ne fanno parte, eccome.
Oggi poi le giovani generazioni sembra abbiano più consapevolezza del ruolo importante in questo pazzo mondo. «Le giovani generazioni si stiano dimostrando molto aperte sui temi dell’identità sessuale, forse c’è bisogno invece di aiutarli a connettere questi desideri e queste nuove definizioni con il passato. Nel mio piccolo quello che ho sempre fatto è portare nelle scuole la letteratura del passato e quella più contemporanea per affrontare insieme alcuni temi necessari, facendo capire a studentesse e studenti che questi temi fanno parte della nostra letteratura e che i libri possono sempre mettere in moto un discorso alternativo e profondo sulla realtà». E nel suo bellissimo libro una storia di crescita, ma anche di trasformazioni potenti, è un pretesto per connettersi con la vita.
Donne eccezionali in tempi (extra)ordinari. Giulia Caminito racconta Olive Shreiner in un video della libreria Tuba
«Oggi la vita della mia generazione ha un tema centrale: il lavoro. Con la pandemia molti lavoratori e lavoratrici precarie hanno visto le loro attività chiudersi, molti settori legati alla cultura (pensiamo al teatro) sono ora in ginocchio. Il grande cambiamento credo che sia da una parte la precarietà ancora più dolorosa del lavoro e dall’altra il ruolo imponente della comunicazione e dei mezzi virtuali», conclude la scrittrice. Perché alla fine è sempre quel rafforzamento delle reti territoriali, quella relazione umana che ci fa sopravvivere e continuare a rendere vivibile il suolo urbano, ci si augura sempre più paritario tra generi.