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Nicola Zingaretti, l'imprevedibile fan di Barbara D'Urso

Il segretario del Pd, appena ha letto della possibilità di una cancellazione dal palinsesto Mediaset del programma della conduttrice e ha vergato subito di suo pugno un tweet solidale e affettuoso

Nicola Zingaretti, l'imprevedibile fan di Barbara D'Urso
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Daniele Magrini Modifica articolo

25 Febbraio 2021 - 15.24


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Nicola Zingaretti, segretario del Pd, appena ha letto della possibilità di una cancellazione dal palinsesto Mediaset del programma domenicale di Barbara D’Urso, non ha retto e ha vergato subito di suo pugno (?) un tweet solidale e affettuoso: “Carmelita D’Urso, in un programma che tratta argomenti molto diversi, hai portato la voce della politica vicina alle persone. Ce n’è bisogno”.

Premesso che ci può anche stare che il tweet sia opera di un hacker. E questa sarebbe una bella notizia soprattutto per chi crede ancora nel Pd. Ma, in caso contrario, dal tweet si capiscono molte cose. Se quella della D’Urso è la strada della buona politica vicina alla gente, allora è chiaro che anche il segretario del Pd abbia dimenticato radici e sezioni, base e militanti, e si sia consegnato mani e pensieri alla politica ridotta a show.

Barbara D’Urso in effetti nel suo genere è brava. Fa del suo contenitore una sorta di barattolo multiuso: dai pettegolezzi sugli amorazzi dei vip, alle urla e strepiti per le risse con i politici di turno. Ma anche le preghiere, come accade il 30 marzo quando la D’Urso recita l’Eterno Riposo in tv, per le vittime del coronavirus, insieme al leader della Lega Matteo Salvini, sempre più connesso a crocifissi e rosari. Anche l’ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, come tutti si è fatto intervistare dalla conduttrice, che quando lo riceve nel suo salotto televisivo premette, “Io ti do del tu, lo faccio con tutti”.

Zingaretti non è mica solo a fare il tifo per Barbara. Anche un giudice del Tribunale di Monza in una causa intentata nel 2016 dall’allora presidente dell’Ordine dei Giornalisti a tutela della professione giornalistica, sancì la vittoria della D’Urso. Il suo, scrisse, è “un programma ibrido tra spettacolo, intrattenimento e informazione, coadiuvata e supportata da una redazione composta da giornalisti professionisti, senza che ciò significhi automaticamente collocare le attività della conduttrice nel contesto formale-definitorio di attività giornalistica”.

Non si sa con quale competenza nel merito, ma il giudice fece una scelta che avvalora e incoraggia il cosiddetto infotainment, il mix tra informazione e intrattenimento che negli ultimi anni ha contribuito ad abbattere in modo inesorabile la fiducia nella politica, grazie soprattutto alle continue comparsate televisive dei politici. Il dizionario on line di Repubblica offre questa asciutta definizione di infotainment: “Genere di giornalismo televisivo che mescola l’informazione allo spettacolo, puntando specialmente sull’asprezza della polemica tra i protagonisti del dibattito in studio”. Enzo Iacopino scrisse un amaro post di commento su Facebook: “E’ il Paese di Barbara D’Urso. Ha ragione lei, è bella e brava. Avanti, dunque, con la barbaradursizzazione del Paese.

Ora, al Gip del Tribunale di Monza, si aggiunge anche Zingaretti che la promuove a pieni voti nel suo campo, quello della politica. Scambiando il trush con il popolare e l’informazione semplice delle posizioni politiche con la semplificazione di ogni ragionamento. 

Non è con la D’Urso che si abbatte la politica delle élite. Non é con il trash in tv che si recupera il rapporto con la gente semplice. A Zingaretti la  barbaradursizzazione della politica deve essere sembrata una scorciatoia. Ma non é così che si ritrovano le masse popolari che hanno voltato le spalle. Per Zingaretti, però, Barbara può riuscire dove un partito non riesce più. . Nessuno è così bravo a far capire la politica alla gente. Anzi, siccome lo dice Zingaretti, alla “ggggente”

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