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Tra palinsesto e politica, Mediaset sempre più megafono del Governo

Mentre presenta la nuova stagione televisiva, Berlusconi Jr. parla anche di futuro, non escludendo la discesa in politica. "Lo Ius Scholae non è una priorità", ha detto, rispondendo indirettamente al presidente di Forza Italia Antonio Tajani

Tra palinsesto e politica, Mediaset sempre più megafono del Governo
Piersilvio Berlusconi e Antonio Tajani
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Marcello Cecconi Modifica articolo

12 Luglio 2025 - 15.27


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In Mediaset crescono i programmi d’approfondimento e si moltiplicano i talk con taglio filogovernativo rafforzando la sovrapponibilità tra informazione e orientamento, consacrando definitivamente la televisione come strumento politico attivo. È quanto è emerso dalla conferenza stampa di qualche giorno fa in cui Piersilvio Berlusconi ha illustrato il palinsesto autunnale delle reti del Biscione. Ci saranno, infatti, un’infornata di talk, fiction “popolari” e nuove incursioni nella politica dell’infotainment.

Invece di lustrini, varietà e fantasia creativa, a Cologno Monzese quest’anno si è respirato ordine e razionalità. Mentre Maria De Filippi resta la regina assoluta del palinsesto con tutti i suoi brand a prova che l’infotainment in Italia si sta trasformando in “emotainment”, per Canale5 c’è rivoluzione che tocca in particolare l’access e il prime time.  Piersilvio la indica solo come “graduale e profonda evoluzione”

Infatti, Striscia la notizia, dopo averlo fatto per quarant’anni, non aprirà la serata, condannata dal successo inaspettato di Affari tuoi sulla Rai. Sarà sostituito dal pacioso Jerry Scotti e la sua Ruota della fortuna e per Antonio Ricci appuntamento rimandato a fine autunno, quando l’aria si farà quasi natalizia, ma in ore e per contenuti (forse) cambiati.

Per Italia1 la novità del primetime sarà Paolo Ruffini alla conduzione di Zelig On, laboratorio di comici dedicato alla scoperta e alla valorizzazione di nuovi talenti, vaso comunicante con Zelig che resterà su Canale5 sempre con Bisio e Incontrada che invece di essere bocciati, come sembrava, saranno confermati.

Rete4 conferma Quarta Repubblica, È sempre Cartabianca, Fuori dal coro, Dritto e rovescio, Quarto Grado, Zona Bianca. Tra le novità di Rete4, spicca una mossa nella fascia del preserale che ha più il sapore di uno accodamento strategico sul campo di battaglia politico-mediatico che di un semplice ritocco editoriale.

Si tratta di Dieci Minuti di Nicola Porro alla fine del tg delle 19, con il giornalista, che manterrà la conduzione del settimanale Quarta Repubblica, tornerà nel preserale dopo la bocciatura di Stasera Italia del 2023. Lo vedremo in versione commentatore e intervistatore quotidiano, come un piccolo Vespa ormai cresciuto, porsi come anteprima a raddoppiare minuti e linea politica del “salottino” Cinque minuti del Bruno nazionale alla Rai, che ormai da mesi fa da sponda al governo Meloni.

Durante la conferenza stampa Berlusconi Jr. ha lasciato trapelare una possibile futura apertura personale al diretto impegno in Forza Italia. Il partito creato da suo padre e che la sua azienda, com’è noto, continua a sostenere generosamente, anche a livello finanziario. Tra le righe, ma nemmeno troppo, il figlio del Cavaliere ha voluto mandare anche un messaggio politico chiaro: Lo Ius Scholae non è una priorità, ha detto, rispondendo indirettamente al presidente di Forza Italia Antonio Tajani.

Lo ha fatto con decisione dopo che lo stesso Tajani aveva difeso la proposta del suo partito come segno di civiltà e apertura moderata, salvo poi accodarsi per non creare troppi disturbi all’irritata coalizione e al potente sponsor. Un vero e proprio “scapaccione” politico? Il messaggio è chiaro: Mediaset non solo resta ancorata al fronte conservatore, ma ne rafforzerà l’identità, anche mediaticamente. E se Tajani cercava aperture verso il centro, Piersilvio si mostra intenzionato a blindare il perimetro a destra, in vista di eventuali equilibri futuri.

Come sempre viene detto “l’azienda non fa politica”, ma è chiaro che la politica si fa anche nei palinsesti. Così mentre l’opposizione si strappa i capelli per la Rai che segue la linea Meloni, Mediaset, con più garbo e senza proclami, evidenzia il racconto del centrodestra e usa le telecamere per costruire consenso più che audience.

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