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Gli italiani usano tutti i media, ma a prevalere è ancora la Tv nel rapporto "I media e la liberta"

Qual è la dieta mediatica degli italiani e cosa pensano degli algoritmi e della libertà d’espressione sui social? I giovani sempre più connessi scelgono la rete. I risultati del rapporto.

Gli italiani usano tutti i media, ma a prevalere è ancora la Tv nel rapporto "I media e la liberta"
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28 Marzo 2025 - 16.05


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di Giada Zona

“I media e la libertà” è il titolo del ventesimo Rapporto sulla Comunicazione del Censis. L’obiettivo è quello di riportare i consumi mediali della popolazione italiana e di analizzare l’impatto dei media sulla pluralità dell’informazione e sulla libertà personale.

Qualche studioso sostiene che viviamo in un ecosistema mediale, dove ogni nuovo media non uccide quelli precedenti, ma li ridefinisce. I giornali di carta, la radio e la televisione non sono scomparsi. E il rapporto Censis sui consumi mediali degli italiani conferma pienamente queste affermazioni.

La televisione domina il sistema dei media, guardata nel 2024 dal 94,1% degli italiani. La tv digitale terrestre subisce un calo dell’1,8%, mentre la tv satellitare raggiunge il 47,7% (+2,6%), la web tv arriva al 58,4% (+2,3%) e la mobile tv si consolida con il 35,0% dell’utenza (+1,4%).

La radio continua a godere di un’ottima salute, registrando 79,1% radioascoltatori. La radio tradizionale passa dal 45,6% di utenza al 46,8% e lo stesso aumento dell’1,3% si verifica anche nella radio mobile che tocca il 25,4%. Ma l’autoradio resta la modalità preferita degli italiani (68,9%).

Nel 2024 Internet è utilizzato dal 90,1% degli italiani, segnando così un aumento dell’1,0% rispetto al 2023. Cresce anche l’uso di smartphone, aumentati dell’1,2%, raggiungendo l’89,3%. Sempre più utilizzati dagli italiani sono i social network, passando dall’82,0% all’85,3% (+3,3%).

E se internet cresce, la carta stampata segue la direzione opposta. Nel 2024, i quotidiani cartacei hanno toccato il picco minimo di lettori con il 21,7% (-45,3% dal 2007) e diminuiscono anche i lettori dei settimanali che arrivano al 18,2% (-2,2%). Possiamo osservare stabilità nei mensili (16,9%) e per gli utenti dei quotidiani online (30,5%), mentre aumentano del 2,9% coloro che utilizzano i siti web d’informazione (passati dal 58,1% al 61,0%).

Oltre alla carta stampata, vi è anche il declino dei lettori di libri cartacei che erano il 45,8% nel 2023 e scendono del 5,6%, arrivando al 40,2%, mentre gli e-book rimangono fermi al 13,4%.

Sempre più utilizzati dai giovani tra i 14 e i 29 anni sono le piattaforme legate all’immagine: il 78,1% dichiara di utilizzare Instagram, il 77,6% è utente di Youtube, il 64,2% usa TikTok (contro il 35,4% della popolazione totale). Molto presenti i giovani sulle piattaforme di messaggistica (WhatsApp con l’87,4% e Telegram con il 42,9%) e le multipurpose come Amazon, usato dal 60,1% dei giovani.

Nel 2024 aumentano anche le spese relative ai dispositivi digitali, infatti le famiglie italiane spendono 503,7 euro per l’acquisto di apparecchiature informatiche e di comunicazione.

In merito all’utilizzo dei social network, il 55,9% degli italiani sostiene che i social media dovrebbero garantire la libera espressione senza alcuna restrizione sui contenuti e, di questi, il 38,6% crede sia necessario introdurre delle limitazioni minime per contenuti pericolosi. Il 17,3% auspica una libertà di espressione assoluta, mentre il 40,4% considera fondamentale l’introduzione di limiti alla libertà d’espressione.

In merito alle fonti di informazione utilizzate dagli italiani, i telegiornali dominano con il 47,7%, seguiti da Facebook (36,4%), i motori di ricerca su internet (23,3%), le televisioni all news (18,9%) e i siti web di informazione (17,2%). In questa classifica vi sono anche Instagram utilizzato dal 16,7% degli italiani, Youtube (15,5%) e TikTok (14,4%). Un dato sorprendente riguarda i giovani, poiché il 70,3% rifiuta i media tradizionali. Ma, in ogni caso (e per fortuna), l’85,0% degli italiani e l’80,0% dei giovani credono che sia un diritto e un dovere di tutti tenersi informati.

Nonostante gli algoritmi facciano parte della nostra vita offline, solamente il 42,6% degli italiani sa esattamente cos’è un algoritmo. Il 17,3% crede sia uno strumento informatico che prende le decisioni al posto nostro, per il 13,8% ci sottrae i dati personali e per l’8,5% è l’ultima invenzione del capitalismo. Il 59,9% degli italiani si sente spesso indirizzato nelle scelte sui motori di ricerca, feed dei social, piattaforme tv o altro; il 54,7% si sente influenzato quando utilizza una piattaforma social; il 28,4% quando usa alcune piattaforme commerciali;il 20,8% quando consulta portali di news e quotidiani online.

Vi è un cambio di tendenza anche per gli influencer, un altro dato che sorprende molto. Il 71,2% degli italiani sostiene di non aver mai seguito gli influencer, dato che scende al 51,4% per i più giovani. In seguito al Pandoro Gate, che ormai da due anni ha coinvolto Chiara Ferragni, il 34,4% dei 14-29enni dichiara di aver cambiato atteggiamento verso i macro-influencer, mentre per il 14,3% questo fenomeno non è stato così importante da alimentare un abbandono degli influencer in generale.

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