“Per la prima volta, Discovery entra nella corsa dei programmi di Capodanno con uno show musicale dedicato al 2025 sul Nove: “Capodanno sul Nove“, condotto da Amadeus. Tra gli artisti che si esibiranno girano voci su Annalisa, Geolier e Gigi D’Alessio”.
Così la mattina del 31 annunciava Il Messaggero (e non solo) e io mi ero preparato al cenone in casa di amici convinto che, nell’attesa tra un crostino ai fegatini e le lasagne ai carciofi e gorgonzola, avrei potuto scegliere tra la Rai di Liorni, Mediaset di Panicucci e, appunto, il Nove di Amadeus. E invece era una bufala, niente Amadeus, niente Capodanno sul Nove, il programma non s’ha da fare, anzi nemmeno era mai stato pensato.
Ecco che il volto rassicurante di Ama, che per anni mi ha illuminato il televisore durante Sanremo, mi ha lasciato con in mano un telecomando e un po’ di stordimento. Mi ero ormai rassegnato al sottofondo musicale della Rai, appesantito dal dolce di pan di spagna, farcito di crema e cioccolato e bagnato dal mediceo alchermes, ormai del tutto scomparso sul tavolo.
E proprio mentre contavo con difficoltà i fagioli per la tombola ho avuto un sobbalzo. È stata l’imprecazione di Angelo dei Ricchi e Cafoni, pardon Ricchi e Poveri, contro i tecnici del suono Rai che, secondo lui, non gli avevano aperto il microfono, a farmi riprendere per un più arzillo cin cin della mezzanotte.
Ma durante il brindisi non riuscivo a scacciare dalla testa l’idea di Amadeus e del suo Capodanno sul Nove che, grazie all’annunciata presenza di Geolier, avrebbe potuto avere una sigla missata di I p’ me, tu p’ te con qualche, nemmeno troppo velata, allusione a Carlo Conti. Un amico, ma che tra poco lo sostituirà sul palco più importante d’Italia e che pare lo abbia schernito per il flop di Chissà chi è, durante una cena con Pieraccioni e Panariello.
Con in mano il bicchiere di spumante, di tanto in tanto, riprendevo il controllo della televisione e tornato sul Nove ho trovato Tutti cantano i Queen, l’integrale concerto del 20 aprile 1992 a Londra. Insomma, sembrava quasi che la Paramount avesse preferito Freddie Mercury ad Amadeus. Così, mentre si sentiva il pubblico di Londra cantare a squarciagola The Show Must Go On, pare che Amadeus fosse stato visto passeggiare per le strade di Roma con un mantello e una maglietta dei Queen.
Pare anche che Ama canticchiasse sottovoce We Are the Champions, con un misto di speranza e rassegnazione e che poi, soffermandosi, abbia chiamato Conti: “Attento Carlo – pare gli abbia detto – ci sarà sempre qualcuno che dirà ‘era meglio quando c’era Pippo’”.