”Gli orrori di Cutro e degli altri naufragi che avvengono da anni nel Mediterraneo sono raccontati già nel film Caina”, sono le dichiarazioni di Salvatore Suarato, riportate da Ansa.
Il film da lui prodotto nel 2018 ha riscosso un buon successo sia da parte della critica che del pubblico, sia in in patria che all’estero, tanto da essere inserito tra le 21 pellicole per rappresentare l’Italia agli Oscar nel 2018.
Ma secondo Suarato la sua opera è stata osteggiata e boicottata: “Da anni, in Italia, parlare in maniera realistica di ciò che accade sulle nostre coste è un vero e proprio tabù”. Neanche una sua distribuzione gratuita del film sembra averne favorito la diffusione: “Ho deciso di donare il film per fini educativi e culturali – continua Suarato – ma anche nelle scuole ci sono state difficoltà. Maggior successo ha riscosso in alcuni progetti per il reinserimento dei detenuti”.
Caina, diretto da Stefano Amatucci, racconta il dramma delle traversate in mare verso le nostre coste attraverso una lente distopica e visionaria. La protagonista, Caina, è una sorta di sacerdotessa della morte, il cui compito è recuperare i corpi senza vita dei migranti spinti a riva dalle onde per poi “smaltirli”, alla stregua di rifiuti, in un centro di raccolta statale.
“Festival di tutto il mondo hanno apprezzato la pellicola, la sua triste storia, che è la storia dei tanti naufragi che avvengono lungo le coste italiane. Però, in Italia il film Caina è stato boicottato al cinema, ignorato dalle tv, praticamente non è mai stato distribuito. Caina ha pagato il tema di forte denuncia di quegli orrori, raccontati in maniera cruda e realistica”, ha infine concluso Suarato.