La Commissione europea ha chiesto ufficialmente ai suoi dipendenti di disinstallare TikTok dai propri smartphone aziendali e privati. Il termine ultimo è fissato al 15 marzo e la sospensione per ora è temporanea, in futuro sarà oggetto di rivalutazione.
La portavoce Sonya Gospodinova ha spiegato che «la misura è in linea con le politiche interne di sicurezza informatica per proteggere la Commissione». Tuttavia, pare piuttosto evidente il parallelo con gli USA, dove pochi mesi fa una legge del Senato ha vietato l’utilizzo di TikTok sui dispositivi mobili dei dipendenti statali e federali.
Non si è fatta attendere la replica del colosso cinese, secondo cui si tratta di una «decisione sbagliata frutto di pregiudizi». Inoltre, Giacomo Lev Mannheimer (responsabile relazioni istituzionali Sud Europa di TikTok) ha anche specificato: «Il Governo cinese non ci ha mai chiesto acceso ai dati e se lo facesse non glielo accorderemmo».
A novembre alcune ricostruzioni di stampa avevano già accusato il social di spiare i giornalisti in Cina e, al fine di evitare ripercussioni in Europa, a metà gennaio il CEO Shou Zi Chew aveva incontrato a Bruxelles diversi commissari europei che lo avevano invitato a più riprese a conformarsi alla normativa Ue.