Sigfrido Ranucci non ci sta e all’attacco della destra che lo accusa di minacce e di dossieraggio replica con nettezza.
“Io ho scritto a Ruggieri per dirgli che aveva fatto una cosa vergognosa. Che per gettare fango su di me stavano coinvolgendo persone incolpevoli: la mia famiglia e la redazione di Report”.
Così Sigfrido Ranucci dà la sua versione dei fatti sulla vicenda dello scambio di messaggi infuocati con il parlamentare di Fi, Andrea Ruggieri, denunciata ieri in commissione di Vigilanza Rai, durante l’audizione dell’ad di Viale Mazzini, Carlo Fuortes, dallo stesso Ruggieri. Il conduttore di ‘Report’ si schermisce anche dall’accusa di dossieraggio: “È un altro falso. Io non ho mai usato l’arma dei dossier, ho detto anzi il contrario. Ho segnalato che pure a me arrivano tanti anonimi, ma che noi non li usiamo. Noi li abbiamo sempre cestinati”.
“Si tratta della reazione di uomo leso nella sua dignità personale e professionale da un atto che ha travalicato i compiti parlamentari”, aggiunge Ranucci che sottolinea: “Il mio è stato lo sfogo privato di una persona ferita. Ho risposto non come vigilato ma come uomo”. Non si pente di nulla di quello che era scritto nei messaggi? “Forse non avrei usato la parola ‘merde’. Mi è scattato quando mia figlia, che aveva letto online delle molestie, mi ha scritto: papà, cosa hai combinato? Loro sapevano che oggi l’ad avrebbe dato la notizia dell’audit Rai chiuso positivamente e mi hanno voluto colpire di nuovo”, conclude.