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Adriatic green net: un ponte tra i popoli e l' Europa

Dal Friuli ai Balcani: un viaggio tra memoria, dialogo e comunità per costruire una nuova idea di patrimonio.

Adriatic green net: un ponte tra i popoli e l' Europa
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24 Ottobre 2025 - 21.06


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di Margherita Degani

Il pullman sfreccia per ore lungo una strada sinuosa e panoramica. Fuori dal finestrino, il mare spazzato dal vento lascia pian piano il posto ad un paesaggio brullo, segnato da bassi arbusti autunnali e altipiani terrosi. La delegazione giunge così, dopo tredici ore a, Stolac, piccolo comune della Bosnia-Erzegovina, per il primo dei due incontri del progetto EUHERITAGE – European Heritage Walk.

L’iniziativa è coordinata da Adriatic GreeNet, un’associazione internazionale situata in Friuli Venezia Giulia, che dal 2013 opera per la promozione di un network culturale tra piccoli Comuni europei denominato I Care for Europe. Accanto, il sostegno ed il contributo della Commissione UE attraverso i bandi Twinning del programma europeo CERV.

Ma facciamo un passo indietro, all’origine di questa piccola e importante storia. Il primo passo viene infatti mosso tra Tarcento e la forse più nota Aquileia, quando i sindaci di Bač, Čapljina, Rakovica e delle due cittadine ospitanti siglano il Memorandum of Understanding sotto il segno della collaborazione e dell’amicizia. L’obiettivo è del resto ambizioso: valorizzare il patrimonio culturale come motore di sviluppo sostenibile, inclusione sociale e dialogo tra popoli europei, membri e non dell’UE, rafforzando la comprensione reciproca e il senso di appartenenza comune.

Durante i quattro giorni di lavoro, dal 16 al 20 ottobre, i rappresentanti provenienti da Italia, Slovenia, Croazia, Serbia e Bosnia-Erzegovina hanno perciò discusso temi chiave come la partecipazione dei giovani, la parità di genere e il ruolo degli anziani nella trasmissione della memoria e del sapere. Le sessioni di confronto, coordinate dagli esperti di Adriatic GreenNet attraverso workshop e tavole rotonde, hanno dato vita a momenti di dialogo autentico, in cui esperienze diverse si sono intrecciate per definire buone pratiche comuni in materia di turismo sostenibile e valorizzazione del patrimonio. Il progetto, che prevede l’applicazione della Convenzione di Faro e la sperimentazione del metodo Heritage Walk, promuove inoltre la partecipazione attiva e diretta delle comunità locali nella tutela del suddetto patrimonio, trasformando la conoscenza del proprio territorio in strumento di consapevolezza inclusiva e coesione europea.

L’incontro ha rappresentato, non solo un momento di crescita progettuale, ma anche un intenso scambio umano e culturale, grazie alle visite presso Mostar, Počitelj e la stessa Stolac, che hanno dato ai partecipanti la possibilità di comprendere da vicino la complessità e la ricchezza dei Balcani. Conoscere persone diverse, ascoltare i loro racconti e condividere la quotidianità ha trasformato il momento in un vero esercizio di empatia e approfondimento. Probabilmente il lascito più importante dell’intero viaggio, destinato a ripetersi alla fine di Novembre in Serbia, a Bač.

Esperienze come questa dimostrano quanto i progetti europei possano essere fondamentali, non tanto e non solo per lo sviluppo economico e turistico delle piccole realtà, ma soprattutto per la crescita dei legami umani, per la costruzione di una fiducia reciproca e per il superamento delle barriere culturali e storiche che ancora dividono i Paesi. A Stolac, il patrimonio non è stato solo oggetto di studio, bensì punto di incontro tra persone, storie e identità che aspirano a un più grande sentimento di rispetto, solidarietà e comprensione reciproca.  Un ponte tra territori, generazioni e identità destinato a rinnovarsi e crescere.

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