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Da oggi si acquisisce la cittadinanza solo fino ai nonni italiani

Limitata la nuova norma che riforma lo "ius sanguinis" del 1992 che prevedeva la possibilità della cittadinanza fino alla terza o quarta generazione. Quello del calciatore Lionel Messi un caso di abuso

Da oggi si acquisisce la cittadinanza solo fino ai nonni italiani
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28 Marzo 2025 - 16.56 Globalist.it


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Il Consiglio dei ministri di oggi ha riformato la legge che consente di ottenere la cittadinanza italiana a discendenti di emigrati anche di terza o quarta generazione. La nuova norma limita fortemente questo diritto (ius sanguinis), stabilito da una legge del 1992 ma, come ha spiegato il ministro degli esteri Antonio Tajani in conferenza stampa, aveva creato nel tempo una serie di abusi. Era diventato facile avere il passaporto (e il diritto dunque di entrare e muoversi nella Ue) anche a persone che non parlavano una parola di italiano ma che potevano vantare remoti parenti partiti dalla Penisola verso il Sudamerica o l’Australia.

Lionel Messi è il caso più emblematico. Il calciatore risulta italiano in virtù del trisnonno partito a fine ‘800 da Recanati per l’Argentina. Grazie alla legge del ’92 riuscì ad ottenere la cittadinanza per le vie brevi (e risulta residente a Recanati) e ad essere tesserato per il Barcellona come atleta comunitario. In una intervista confessò tuttavia di non sapere dove si trovasse Recanati né aveva mai sentito nominare il suo concittadino più illustre, Giacomo Leopardi.  

Ci sono anche altri casi che hanno del paradossale. Alcuni comuni della val di Zoldo, nel Bellunese, si sono trovati ad esaminare oltre 3.000 richieste di cittadinanza italiana da parte di sedicenti pronipoti di veneti emigrati in Brasile oltre un secolo fa. In realtà, dietro questa nostalgia per la terra d’origine si nascondeva un business pilotato da agenzie che «evadevano la pratica» per 3.000 euro. Obiettivo di tali richieste non era certo tornare a vivere tra i monti delle Dolomiti ma ottenere un documento che garantiva il diritto di entrare in Europa e di restarvi. 

Tutto deriva dalla legge 91 del 1992 in materia di acquisizione della cittadinanza. Questa stabiliva che, in applicazione del principio del ius sanguinis, il discendente di emigrato italiano può rivendicare a sua volta la cittadinanza italiana. Ecco così la concreta possibilità che i discendenti di seconda, terza e quarta generazione, ed oltre, di emigrati italiani, siano dichiarati cittadini italiani per filiazione. Dal 2014 in avanti si era assistito a un vero e proprio boom, con gli italiani «oriundi» saliti da 4,6 milioni a 6,4 milioni. 

 «Da mezzanotte – ha detto Tajani – non si può più chiedere la cittadinanza con le vecchie regole ma solo si si hanno fino a nonni italiani». In pratica solo fino a due generazioni.  Solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà cittadino italiano dalla nascita può aspirare a diventare italiano. Sarà la Farnesina direttamente a interessarsi del processo di riconoscimento e non più i consolati all’estero.

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