Quanti bazzicano le piazze toscane avranno strappato almeno una volta un sorriso davanti alle civette del Vernacoliere, posizionate davanti le edicole. I suoi titoli dissacranti, a commentare il mondo tra metafore triviali e vernacolo livornese sono un’istituzione dell’editoria satirica sin dal 1961, quando ancora era solo Livorno cronaca, settimanale libertario e di controinformazione. Il numero scorso, di novembre 2025, è stato annunciato da Mario Cardinali, fondatore, editore e direttore del giornale, come purtroppo l’ultimo di sempre.
A far chiudere il sipario in eterno sul mensile satirico livornese sarebbero motivi si carattere economico. Tra crisi dell’editoria e calo generale dei lettori, sarebbe impossibile andare avanti per un giornale i cui introiti sono pervenuti sempre e solo da vendite ed abbonamenti, scevro da contributi pubblici e pubblicità, al fine da poter mantenere il proprio carattere libero.
“[…] Anche per il Vernacoliere i costi ormai son arrivati a superar gl’incassi. Con le edicole che continuano a chiudere a migliaia in tutt’Italia, e quelle che ancora resistono si son ridotte a rivendite di gadget e giocattoli vari, e pare le vogliano perfino adibire a uffici postali e ricevitorie d’ogni tipo […] Non esclusa l’idea di piazzarci un confessionale, a confessar la colpa di voler leggere ancora”, queste le parole amaramente ironiche di Mario Cardinali riportate da Livia Montagnoli in un articolo su Artribune.
Tuttavia, non tutto parrebbe essere perduto. È infatti in corso a Livorno una mostra, patrocinata dal comune e dal sindaco Luca Salvietti, allestita presso il Museo della Città, che si protrarrà fino al 18 gennaio 2026. Il fine è raccontare la storia dell’editoriale satirico, con l’esposizione di oltre 300 locandine dal 1982 al 2025, prime pagine, tavole e strisce in vernacolo livornese.
All’interno del percorso espositivo sono presenti tre sezioni di approfondimento: la prima intitolata Fumetti e personaggi dei Vernacoliere, con tavole, anche originali delle firme che hanno collaborato con il giornale, tra cui Max Greggio, Ettore Ferrini, ed altri ancora; Le Teste di Modigliani è la seconda, una dedica speciale alla vicenda delle false teste di Modì, con le 3 iconiche locandine; ed infine Editorialisti di ieri e di oggi, con le riproduzioni dei più celebri articoli ed editoriali del Vernacoliere, i cui autori sono tra gli altri Mario Cardinali, Maria Turchetto, Ettore Ferrini.
Accanto alla mostra è previsto ogni sabato, fino al 17 gennaio, un programma di incontri e conversazioni: Il sabato del Vernacoliere, dialoghi tra autori storici del giornale, editori e vignettisti, introdotti e moderati dagli studenti del Liceo Scientifico indirizzo Artistico Cecioni di Livorno. La mostra non ha un costo di ingresso, ma è possibile sottoscrivere l’abbonamento, in modo da sostenere le future pubblicazioni e mantenere in vita il Vernacoliere. La sottoscrizione annuale, e le donazioni possono essere versati anche online.
La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19, presso il Museo della Città di Livorno in piazza del Luogo Pio.