Camilleri, l'autore siciliano e il rapporto con il dialetto | Culture
Top

Camilleri, l'autore siciliano e il rapporto con il dialetto

A quasi 100 anni dalla sua nascita, il 6 settembre 1925, un sondaggio ha rivelato che l'85% degli italiani conosce Camilleri e l'89% crede che il dialetto sia fondamentale per la cultura.

Camilleri, l'autore siciliano e il rapporto con il dialetto
Preroll

redazione Modifica articolo

3 Settembre 2025 - 16.24


ATF

Siamo sempre più vicini al centenario della nascita di Andrea Camilleri, conosciuto dall’85% degli italiani grazie alle serie tv e ai film (62%) e alle sue opere (40%). Gli italiani menzionano Camilleri (12%), Trilussa (20%) ed Eduardo de Filippo (11%) se viene chiesto loro di scegliere un autore dialettale.

Sono questi i principali risultati de “Gli italiani e il dialetto nel centenario di Camilleri” , la ricerca di Audible – società Amazon tra i maggiori player nella produzione e distribuzione di audio entertainment di qualità (audiolibri, podcast e serie audio) –  commissionata a Excellera Intelligence, società di data intelligence parte di Excellera Advisory Group e condotta su un campione di 1.200 intervistati.

Il grande autore siciliano ricordato con 30 audiolibri in esclusiva; la Maratona l’ascolto organizzata al Salone del libro di Torino con Donatella Finocchiaro, Ninni Bruschetta e Massimo Venturiello, Alessandra Mortelliti; Audible, che ha dedicato la campagna di comunicazione soffermandosi sulla lingua camilleriana, sugli audiolibri, sul dialetto e sulla figura di Camilleri in Italia.

L’86% del campione sostiene che gli audiolibri favoriscano la valorizzazione del dialetto e della cultura regionale e il 64% concorda sul fatto che l’audiolibro può essere un ottimo strumento per comprendere testi con contenuti dialettali.

Strumenti digitali (16%) e audiolibri (9%) sono poco diffusi in questo ambito, ma 2 italiani su 3 sono interessati a queste nuove modalità, mentre 6 italiani su 10 sono incuriositi dall’ascolto di fiabe, racconti, poesie e romanzi in dialetto.

L’89% degli intervistati sostiene che il dialetto sia fondamentale per la cultura italiana e il 79% crede che possa unire persone di età diversa; il 46% pensa che solo gli anziani parlino dialetto, mentre il 15% lo ritiene ormai superato.

Come Camilleri, anche gli italiani considerano il dialetto come la lingua “del cuore”, utilizzando in diversi contesti, da quelli formali a informali, per esprimere la nostra personalità o lati più profondi a livello emotivo. Due italiani su tre usano il dialetto spesso se in famiglia (55%) o con gli amici (49%), o per esprimere concetti che non trovano un’esatta traduzione italiana (42%), o per esprimere forti emozioni (34%).

Malgrado questi dati, solamente il 3-4% del campione parla quotidianamente il dialetto, mentre per la fruizione occasionale siamo al 19% per la lettura e al 33% per la visione. Assenza di interlocutori, poca conoscenza del dialetto, insicurezza e lontananza dalla cultura di riferimento sono alcuni fattori che spingono gli italiani a preferire l’italiano al dialetto. Infatti, proprio per questo, il 67% degli intervistati sostiene che le nostre conversazioni quotidiane dovrebbero essere in dialetto e il 54% sostiene che dovrebbe essere insegnato nelle scuole.

Gli italiani conoscono di più il dialetto del proprio luogo di nascita piuttosto che l’inglese; a rivelarlo è un autovalutazione con un voto medio nazionale del 6,3 del dialetto e con il 5,6 dell’inglese.

Se i più piccoli conoscono di più l’inglese (6.9 dell’inglese contro 5.9 del dialetto), gli anziani conoscono di più il dialetto (4.6 dell’inglese contro 6.7 del dialetto). A livello geografico solo il Nord Ovest presenta un’eccezione, con la conoscenza del dialetto con 5,5 contro il 5,8 dell’inglese.

A cambiare le carte sono il Nord Est, Centro (5,6 contro 6,3), Sud e Isole (5,5 contro 7). Tra i più apprezzati in Italia vi sono il romano (39%), napoletano (38%), toscano (31%), siciliano (24%) e il romagnolo (22%).

Native

Articoli correlati