Ecco le novità in libreria | Culture
Top

Ecco le novità in libreria

Da "Il parabrezza di Einstein" di Dotti al "Polo Nord" di Kagge passando per "Il cantico dell'umiltà" di Busi, vediamo quali sono i volumi in uscita da non perdere

Ecco le novità in libreria
Preroll

redazione Modifica articolo

10 Agosto 2025 - 17.25


ATF

Anche nel caldo di Agosto è tempo di lettura. Quali sono le “new entry” negli scaffali delle librerie di tutto lo Stivale?

Partiamo da “Polo Nord. Storia di un’ossessione” di Erling Kagge, edito da Einaudi. Il volume è incentrato completamente sui misteri che suscita la parte più settentrionale del pianeta. L’autore – esploratore e alpinista oltre che scrittore- che al Polo Nord ci è arrivato a piedi nella primavera del 1990, ricostruisce le principali esplorazioni tra i ghiacci e restituisce la suggestione del silenzio, il bagliore, l’incanto di un luogo mitico e incantevole allo stesso tempo.

Dai freddissimi ghiacci del Polo Nord si passa a “Il parabrezza di Einstein” edito da Solferino e scritto dal giornalista, fisico e divulgatore Gianluca Dotti. Ti sei mai chiesto come fare a scegliere la coda più veloce? Come viaggiare in metropolitana senza sbilanciarsi e cadere? Se è davvero possibile prevedere il meteo? Se la risposta è affermativa questo è il libro adatto per te.

Questo libro divertente, educativo, esaustivo e, soprattutto, alla portata di tutti racconta gli svariati modi in cui ogni giorno – anche quando usiamo uno smartphone o apriamo una lattina – la fisica viene in nostro soccorso. E se qualcosa restasse poco chiaro, possiamo sempre chiedere al nostro gatto: perché anche gli animali, con le ingegnose caratteristiche di cui la natura li ha dotati per adattarsi alle sue leggi, sono talenti fisici di tutto rispetto.

Non è ancora uscito, invece, ma sarà disponibile dal 26 agosto “Il cantico dell’umiltà“, l’ultimo testo del filologo e saggista Giulio Busi edito da Mondadori. Il protagonista è un illetterato, sprovveduto e sognatore, Francesco d’Assisi, il “santo” per eccellenza. Tuttavia, il religioso e mistico umbro è nell’opinione comune anche un personaggio fuori dalla storia, relegato nella sfera del misticismo e dell’utopia.

Come mai, allora, la Chiesa decise di innalzarlo agli altari a soli due anni dalla morte, dopo un processo di canonizzazione tra i più brevi nella vicenda millenaria del cristianesimo? L’autore passa al vaglio le cronache dell’epoca, s’immerge nel mare sconfinato dell’agiografia, e poi dipinge un Francesco inedito, vigoroso, a tratti mite, più spesso provocatorio e intransigente.

Entrando più nei dettagli Francesco, quando è costretto, infatti, sa obbedire e accettare l’autorità. Ma la sua è una scelta che gli costa, e da cui, ogni volta, riparte per inseguire la verità. Mentre attorno a lui la società scopre, e soffre, l’economia del mercato e del profitto, lui accoglie i lebbrosi, si unisce ai mendicanti, rivendica per sé un posto tra gli ultimi. Nei primi tempi, i benpensanti lo dileggiano, lo considerano un folle. Intanto, però, il suo carisma attrae sempre più seguaci. Nella primavera del 1212 Chiara d’Assisi, nobile per nascita, lascia i propri beni e la sontuosa casa paterna per seguire l’esempio di Francesco. È l’inizio di una consonanza spirituale che durerà tutta la vita.

Ai “fratelli” che hanno cominciato a raccogliersi attorno al Poverello si aggiungono le ‘sorelle minori’, ispirate da Chiara. Nel giro di pochi anni, il successo del movimento è travolgente. E i dubbi del fondatore diventano sempre più angosciosi.

La Chiesa ha bisogno di un Ordine francescano forte, efficiente, solido. Ma lui riuscirà a difendere povertà e umiltà, a mantenere la semplicità delle origini? Al termine della sua esistenza, così breve e intensa, Francesco è malato, e deluso. Sembra sconfitto, ma nel momento più buio detta il Cantico di Frate Sole, splendido, gioioso inizio della letteratura italiana. Ringraziamento è l’esordio, inno la conclusione. Francesco lo sa, lo ha sempre saputo. La sorgente è una sola, un unico fine ha il creato. E ora il suo Cantico è libero di percorrere il vasto mondo. Che con lui se ne vada il dolore, assieme a lui si diffonda la lode.

Non poteva di certo mancare la cronaca nera in quest’estate, e con “L’intrigo di via Poma“, edito da Baldini+Castoldi, di Gian Paolo Pelizzaro e Giacomo Galanti si occupano del caso – ancora irrisolto- della morte di Simonetta Cesaroni, avvenuta il 7 agosto del 1990 a Roma nell’ufficio dove la donna si recava due volte a settimana, di pomeriggio, per registrare al computer la contabilità.

Il 19 dicembre 2024, l’omicidio è tornato al centro delle dibattito per la decisione del GIP (Giudice per le indagini preliminari) di proseguire le ricerche, respingendo la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. I punti salienti del delitto, che la magistratura ha evidenziato nella sua ordinanza, erano già stati puntualmente indicati in un libro del giornalista Gian Paolo Pelizzaro – dal titolo “L’intrigo” – pronto per la pubblicazione e acquisito agli atti il 31 ottobre 1996.

Tuttavia, quell’inchiesta fu improvvisamente archiviata e i documenti al centro del libro di Pelizzaro furono fatti sparire. È stato un altro giornalista, Giacomo Galanti, a ritrovare il dattiloscritto di quel libro, mentre nel 2020 cercava i documenti per il podcast “Le ombre di via Poma“. Questo non è solo il racconto di uno degli omicidi più famosi della cronaca nera e giudiziaria del Dopoguerra, ma di un preciso momento storico che vede il crepuscolo della Prima Repubblica e alcuni dei suoi attori incrociare da vicino questa vicenda. È la storia di un retroscena mai raccontato prima, di documenti inediti e di un libro perduto. Una storia tornata prepotentemente attuale.

Dal delitto si passa al romanticismo con “Broken Moonlight“, edito da Gallucci e scritto da Mariachiara Lobefaro. Al centro del volume ci sono due cuori tormentati, il fascino e il mistero di Hong Kong. L’autrice ci regala un fantasy romantico che lascia il segno. La sedicenne Vicky Middleton si è appena trasferita nella frenetica metropoli di Hong Kong. L’incontro con Sean Lau, occhi a mandorla e capelli neri come l’asfalto, è un colpo di fulmine.

Affascinante e misterioso, Sean le rivela il suo segreto: il Dio della Guerra ha scagliato su di lui una maledizione, che lo trasformerà per sempre in una creatura della notte. L’unica possibilità di salvezza, secondo il negromante Fang-Shi, è ritrovare un antichissimo manufatto, andato perduto due secoli prima. L’amore spinge Vicky a offrire il proprio aiuto incondizionato, ammesso che Sean le dica tutta la verità. “Per un attimo – racconta Lobefaro – Vicky si sentì davvero piccola, in quella città sconosciuta, in un universo che le si era appena rivelato altrettanto ignoto. Sean le tese una mano inchiostrata e lei l’afferrò. ‘Va bene. Portami dove vuoi'”.

Dal mondo dell’amore si passa ai romanzi, con “Il gioco della Storia”, di Philip Kerr ed edito da Fazi, che si concentra sulle avventure del detective Bernie Gunther ambientate tra Cuba e la Germania. È il 1954 e l’atmosfera variopinta de L’Avana è turbata dalle violente repressioni della polizia contro i dissidenti al regime di Batista. Bernie Gunther, che vive nell’isola centro-americana sotto falsa identità, ha vinto una barca al tavolo da gioco e si prepara a lasciare l’isola alla volta di Haiti.

Con lui, la giovane Melba, prostituta rivoluzionaria ricercata per l’omicidio di un poliziotto. Quando i due vengono fermati in mare aperto dalla marina americana, Bernie viene arrestato e condotto a New York, sotto la custodia degli agenti della Cia Silverman e Earp, che lo accusano di essere un ‘bastardo nazista’.

Da lì, verrà poi portato in Germania, nel carcere di Landsberg, nella cella numero 7, la stessa in cui Hitler fu rinchiuso dopo il putsch di Monaco e dove scrisse il Mein Kampf. In quello spazio soffocante e infestato dai fantasmi del passato, Gunther ripercorre le sue gesta durante gli anni della guerra, rispondendo alle domande serrate dei servizi segreti e cercando di riportare alla mente eventi che non sembrano più così chiari: pur essendo sempre stato antinazista, ha spesso avuto una condotta discutibile. Il confine tra realtà e finzione diviene sempre più sottile e mantenere i nervi saldi non è facile. Bernie Gunther sa che dire la verità non è sempre la soluzione giusta se vuoi salvarti la pelle, per questo dovrà scegliere con attenzione quali carte giocare in questa nuova partita al tavolo della Storia: la posta in palio è la sua stessa vita.

Ancora una volta Philip Kerr – sottolinea la casa editrice – firma un romanzo pieno di azione e di arguzia e pungente scritto da una penna abilissima e con un intreccio perfettamente orchestrato, Il gioco della Storia, finora inedito nel nostro paese, è pronto a conquistare i lettori italiani.

Sellerio, invece, riporta in libreria “Missione confidenziale“, di Graham Greene, sulla scia di spy story come “Il treno per Istanbul” e “Una pistola in vendita“, un thriller disseminato di svolte inaspettate e di azioni disperate. D. è un agente segreto in missione a Londra. Viene da un paese sconvolto dalla guerra civile.

Mandato dal governo legittimo, è costretto ad agire come la parte debole perché i golpisti, si intuisce, hanno dietro potenti appoggi. È a Londra per ottenere una fornitura di carbone di cui il governo repubblicano ha necessità più che di carri armati. Porta con sé dei documenti segreti con cui presentarsi a un gruppo di ricchissimi affaristi.

I suoi nemici, visibili e invisibili, fanno di tutto per impedirglielo, ma la strategia repubblicana diventa presto ambigua, misteriosamente contorta: D. finisce in una ragnatela infinita di intrighi e corruzioni che coinvolgono soprattutto gli individui di cui dovrebbe fidarsi di più. L’unica persona che gli è veramente amica è quella più improbabile: la giovanissima, capricciosa Rose.

Del resto, nemmeno D. è un vero agente segreto, né per professione né per vocazione. È un professore di lingue romanze, dal passato tragico, di mezz’età, consapevole che i capi per cui si batte non sono immuni da colpe e nefandezze.

Ha scritto Dario Ferrari nella sua nota che D. “sembra essere la vittima predestinata del feroce clima bellico e spionistico e finisce invece per diventare il cacciatore, e questo proprio in virtù di un senso di giustizia profondo e di un’indisponibilità ad accettare gli atroci corollari della guerra”.

Graham Greene scrisse il romanzo nel 1939, nel clima di guerra del secondo conflitto mondiale. Ma la forza con cui lo scrittore britannico trascina in quel mondo di insicurezza psicologica e di dilemmi etici deriva da un insieme narrativamente perfetto di fattori: la coppia dei protagonisti, D. e la giovane Rose, portatrice di tutta l’ambiguità dell’amore, e soprattutto la banalità anti-epica del mondo delle spie che è la svolta che Greene ha impresso a “Missione confidenziale” dove “la guerra, i sentimenti, il desiderio, la paura sono presenti fin dalla prima pagina, e fino all’ultima pagina restano in bilico, scrive Domenico Scarpa nella postfazione.

Dai romanzi ci spostiamo ad uno dei conflitti attualmente in corso di svolgimento nel globo e alla fine di agosto uscirà “L’anima perduta di Israele” firmato da Tahar Ben Jelloun, saggio in libreria con “La Nave di Teseo”, in cui viene ripercorsa la storia del conflitto israelo-palestinese ancora in corso.

L’autore evidenzia le responsabilità di entrambe le parti in causa, e di fronte alla reazione militare israeliana, seguita agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, non esita a usare il termine genocidio. Criticando una guerra alimentata dagli interessi personali di Netanyahu e dall’ossessione per l’annientamento del popolo palestinese, che ha portato a una condanna del premier israeliano da parte della Corte Penale Internazionale.

Con passione e argomentazioni brucianti lo scrittore, poeta e saggista marocchino denuncia il silenzio complice di molti Paesi europei e invita a distinguere tra critica al sionismo e antisemitismo, una parola troppo spesso usata per silenziare le voci di protesta. Non si può tacere di fronte a questi crimini, ci ricorda, perché la spirale di odio generata da questa guerra potrebbe avere conseguenze gravissime. La traduzione del volume è a cura di Anna Maria Lorusso.

Come sullo montagne russe in un parco divertimenti si torna ai romanzi, con “Come sale sulla pelle” di Anna Pavignano, pubblicato da Piemme, che ci guida in una riflessione su quello che è la colpa, da dove nasce, come cresce e dove porta.

Il testo è ambientato a fine Ottocento. Alba, un piccolo paese dove tutti si conoscono e dove è il tempo lento della natura a scandire le giornate, viene messo alla prova da un grave incidente occorso a una bambina, Camilla. Questo fatto divide il mondo in un prima, felice e spensierato, e in un dopo, duro e doloroso.

Anziché unirsi in un abbraccio solidale, sono l’ostilità e la cattiveria, che hanno una comune matrice nell’ignoranza, ad abbattersi come una tempesta sulla famiglia, colpevole agli occhi della comunità di “arroganza” per il fatto di non essersi sottomessa al destino, di non essersi affidata alla Provvidenza, ma di aver scelto di far vivere Camilla acconsentendo che i medici le amputassero la gamba ferita. La scelta è stata di affidarsi alla Scienza. “La zoppa”, “la storpia”, “una mezza donna”: in un clima di mortificazioni Camilla cresce comunque forte e sicura, sostenuta dall’amore incondizionato dei genitori.

Con una prosa sensibile e il piglio di una grande narratrice, Anna Pavignano scava nelle pieghe più intime dei suoi protagonisti, restituendo un affresco storico potente e vivido, abitato da figure autentiche, fragili e straordinariamente umane.

Infine, in chiusura della nostra rassegna letteraria, è in libreria con Feltrinelli “Le regole dell’ortica“, scritto da Nunzia Scalzo. Ambientato a Catania nel 1965, il testo narra di una giovane di nome Norma Speranza che viene trasportata all’ospedale dal marito e dal portinaio di casa in gravi condizioni.

La giovane non riesce a sopravvivere perché si tolta la vita sparandosi addosso con una carabina, o almeno questo è ciò che concludono le indagini, sebbene siano molti i dubbi sulle modalità del gesto e il movente. A confermare l’ipotesi del suicidio c’è un biglietto trovato accanto al corpo con su scritto “Tutto è distrutto e io mi ammazzo”. Ma la famiglia è invece convinta che si tratti di un omicidio, e che il biglietto sia stato creato ad “hoc” per offrire un alibi all’assassino.

Sessant’anni dopo, la nipote di Norma dà l’incarico di analizzare ancora una volta quel biglietto a Bea Navarra, grafologa forense intuitiva, cocciuta e fuori dagli schemi. Si è trattato di un suicidio o di un omicidio? Attraverso il racconto diretto dei singoli personaggi coinvolti nel cold case – tra cui i parenti della coppia, i portinai del condominio, l’amica Evelina e il marito Andrea – e grazie all’indagine di Bea e dell’amico e giornalista Domenico Grimaldi, la dinamica della morte si ricostruisce un tassello dopo l’altro.

Nunzia Scalzo, di mestiere grafologa forense come la protagonista del suo testo, conduce il lettore alla scoperta di una professione che decifra la scrittura e al tempo stesso sonda i segreti che, senza saperlo, riveliamo di noi. Segreti che Bea Navarra chiamerebbe moventi. Questo è un giallo in cui ogni voce nasconde uno scandalo – domestico, sessuale, criminale – aggiunge indizi e depista, offrendo la propria idea di mondo, dove il mondo è la “Catania bene” degli anni ’60.

Insomma, per gli amanti della lettura non resta che correre il più presto possibile in libreria, i libri sono un modo di conoscere il mondo. Un vero e proprio stile di vita.

Native

Articoli correlati