Oggi, sabato 24 maggio, l’Italia si veste di bianco. Non per una festa, ma per un lutto condiviso, per una protesta silenziosa contro gli avvenimenti in atto nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Migliaia di lenzuola e teli bianchi sono comparsi da stamattina su balconi, finestre, piazze e palazzi in tutta Italia: è la mobilitazione nazionale “Il sudario”, promossa dallo storico dell’arte Tomaso Montanari e sostenuta da una rete di intellettuali, accademici, artisti e semplici cittadini.
“Non slogan, ma lenzuola. Non bandiere, ma sudari” come riporta Francesca Moriero su Fanpage.it. Il nome scelto non è casuale: i sudari sono i panni bianchi con cui si avvolgono i corpi dei morti, ed è stato adottato come simbolo della strage in atto nei territori palestinesi. Il drappo bianco non è solo ciò che copre: è anche ciò che mostra. Mostra il corpo della guerra, delle sue vittime, della sua ingiustizia.
“Copriamo l’Italia di teli bianchi per gridare tutti insieme contro la guerra”: è questo il cuore del messaggio. L’azione, volutamente priva di sigle partitiche e di appartenenze ideologiche, vuole essere un atto civile e umano, un modo semplice e diretto per rompere il silenzio, per chiedere la fine dei bombardamenti israeliani su Gaza e Cisgiordania e per non restare complici dell’indifferenza.
L’appello ha già trovato ascolto in molte città italiane, da nord a sud. In un tempo in cui le immagini della guerra scorrono veloci e spesso indifferenti sugli schermi, il bianco dei sudari appesi oggi in tutta Italia costringe a fermarsi, a guardare, a ricordare.