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'Renegades: Born in the USA‘, il libro di Obama e Springsteen per dare voce agli esclusi

E’ uscito “Renegades”, il libro di Bruce Springsteen e Barack Obama ispirato dalla serie podcast che l’ex presidente degli Stati Uniti e il cantautore hanno lanciato mesi fa. Politica e musica insieme, per un mondo più inclusivo

'Renegades: Born in the USA‘, il libro di Obama e Springsteen per dare voce agli esclusi
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26 Ottobre 2021 - 18.12


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E’ uscito oggi, nelle librerie di tutto il mondo, comprese quelle italiane, l’ atteso libro di Obama e Bruce Springsteen “Renegades: Born in the USA” (Garzanti, pgg. 320, euro 30,00).

 

Questo il messaggio che messaggio che Bruce e Barack vogliono trasmettere:  “Veniamo entrambi da famiglie di operai, famiglie che non avevano mai avuto grandi aspettative” afferma Obama. 

Un messaggio di inclusione, per non essere outsider, ma per dare voce agli esclusi, allargando la comunità e diffondendo valori positivi.
A spiegarlo sono loro stessi in un’intervista rilasciata a Otto e mezzo e ad altri giornalisti internazionali e trasmessa nel corso del programma condotto da Lilli Gruber su La7, proprio in occasione dell’uscita del libro. 

 

“Il mio essere outsider è più evidente, Bruce è forse meno outsider di me. Ci siamo fatti tante domande nella nostra vita: farsi tante domande, non sentirsi a proprio agio per lo status quo, questo mi definisce. Non riuscivo a stare dentro una tribù, avevo bisogno di una comunità. Ci sono tanti momenti in cui un politico cerca darsi uno status di outsider populista, a volte con un atteggiamento sincero a volte posticcio, costruito ad arte. La cosa più importante per me non è essere outsider, ma voler far partecipare più persone. Ti interessano le voci di chi escluso? Vuoi farle contare? Mi interessa più questo che l’etichetta”. 

Springsteen aggiunge: “Non mi definivo necessariamente un outsider. Mio padre era senza lavoro, ero preoccupato. Un uomo che non aveva mai trovato una collocazione precisa, è stato straziante far parte di quella realtà, condividere il dolore di restare inascoltati., Quando ho iniziato a scrivere l’ho fatto per le voci inascoltate, la mia è la storia di un outsider che cerca di dare voce a chi non è stato mai ascoltato: ho reso quelle storie il lavoro della mia vita ed è ancora così”. 

Il libro, creato in collaborazione con Higher Ground, la casa editrice statunitense Penguin Random Hous ed edito in Italia per Garzanti, nasce dal successo dell’omonimo podcast in cui Obama e Springsteen si rivelano in una conversazione intima con racconti esclusivi e riflessioni sulla vita, la musica e l’amore per la patria. 

Il volume raccoglie il confronto tra Obama e Springsteen iniziato con il podcast coprodotto con Spotify, tra i più ascoltati a livello globale sulla piattaforma. 

Nel libro Obama parla anche a democrazia e dei suoi rischi: “La democrazia è un giardino che va curato e se non lo curi va in rovina. Quello che abbiamo visto il 6 gennaio con l’assalto a Capitol Hill è stato un sintomo. Una delle tendenze più importanti e inquietanti è l’erosione dei fatti come base di una storia comune. Non voglio essere troppo romantico sul passato, ma c’era tra i partiti politici una base comune, per esempio sul cambiamento climatico o sulla vaccinazione. Ora esiste una capacità di costruire ad arte i fatti e questo è il fattore più corrosivo della democrazia: parte considerevole del paese non crede neanche ai conteggi delle schede elettorali, neanche quando sono certificati dal loro partito”.
“Del periodo della presidenza non mi mancano i lustrini, mi manca avere una squadra di persone solidale, realmente impegnata a risolvere problemi”,
ha detto ancora Obama. 

“Capisco gli artisti che lasciano la politica al di fuori del loro lavoro, non penso sia necessario esser artista-attivista – ha sottolineato Springsteen -, io non mi reputo un artista- attivista, la musica rock è musica della libertà. La cosa più importante che ho fatto e cercare raccontare storie che diventassero parte di una narrativa. Le persone che vengono ai miei concerti hanno punti di vista diversi, io cerco di mostrare loro che hanno valori comuni. La speranza è che questo legame resista quando tornano alle loro vite e che agiscano come cittadini in una nazione”.

 

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